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Cronaca

Non aprì l’ambulatorio alla vigilia dell’8 dicembre: medico di base condannata a 4 mesi

I fatti risagono alla viglia dell’8 dicembre 2017 a Costigliole. La dottoressa era convinta di poter tener chiuso perchè giornata prefestiva

Nel dicembre del 2917

A due anni e mezzo da quella vigilia dell’8 dicembre che portò un grande scompiglio nell’ambulatorio di Costigliole del medico di base Iolanda Botto, a carico della dottoressa arriva una sentenza di condanna. Il medico, infatti, è stata condannata dal gip Belli a 4 mesi di reclusione (pena sospesa), stesso periodo di interdizione dai pubblici uffici e al pagamento di 2 mila euro di risarcimento alla parte civile Alfredo Benassi.

Il gip Belli, dunque, ha accolto in pieno la tesi accusatoria sostenuta dal pm Nicola riconoscendo la dottoressa colpevole del reato di rifiuto di atti d’ufficio.

Denunciata da un mutuato

A portare in tribunale la Botto fu un esposto di Alfredo Benassi, assistito dall’avvocato Danilo Franco. Benassi era uno dei mutuati della Botto che il 7 dicembre 2017, un giovedì che anticipava un lungo ponte dell’Immacolata, non ricevette la visita del suo medico di base la quale né rispose alla sua chiamata telefonica, né, ovviamente, procedette a controllare il suo stato di salute.

Questo perché la Botto, quel mattino, convinta che vigessero le regole dei giorni “prefestivi” non si presentò a fare ambulatorio, lasciando nel caos e nella rabbia decine di pazienti che l’attendevano.

Mezza rivolta in ambulatorio

Una situazione molto “calda”, determinata anche dai rapporti non sempre sereni dei pazienti con la dottoressa,  che sfociò anche nella chiamata dei carabinieri della stazione di Costigliole; furono poi loro, dopo aver calmato gli animi, a raggiungere telefonicamente la dottoressa e a richiamarla al suo obbligo di prestare ambulatorio.

Perché, come emerso durante la requisitoria del pm e l’arringa dell’avvocato di parte civile, il contratto nazionale dei medici di base prevede che nei giorni prefestivi l’ambulatorio debba tenersi se previsto in orari mattutini. Proprio la situazione dell’ambulatorio della dottoressa Botto a Costigliole.

Di quella mattina di caos in ambulatorio causato dall’assenza della dottoressa, venne investito anche il  dottor Francesconi, responsabile territoriale dell’Asl di Asti che riferì come la Botto, finalmente raggiunta al telefono, rispose «Io non sono tenuta ad andare».

Alla fine si presentò, ma in notevole ritardo  e solo dopo l’intervento dei carabinieri in ambulatorio a seguito della mezza rivolta che ne derivò.

L’arringa del difensore

In aula, alla lettura della sentenza di martedì, l’imputata era presente accanto al suo difensore, l’avvocato Rossana Ronfani, che ha cercato di minimizzare tutta la vicenda parlando di modesto ritardo con il quale quel giorno iniziò poi l’ambulatorio e  puntando il dito su una esagerazione, anche mediatica, della vicenda. Passando poi a sostenere che il ritardo venne causato da un problema meccanico all’auto della dottoressa e non dalla sua volontà di non aprire per nulla l’ambulatorio.

Ma testimonianze, analisi dei tabulati telefonici e l’assenza di prove del “guasto” hanno convinto il gip Belli della colpevolezza del medico di base.

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