parcheggio ospedale
Cronaca
La segnalazione

Ospedale: quei “furbetti” che occupano abusivamente gli stalli delle ambulanze

L’area al parcheggio -1 (che verrà interamente riaperto al pubblico a giorni) vede spesso in difficoltà i mezzi che trasportano i malati alle visite e agli esami

I mugugni fra i volontari sul campo sono crescenti e sono già arrivati ai vertici delle varie “croci” che si occupano di assistenza di malati e soprattutto del loro accompagnamento per visite ed esami all’ospedale di Asti.
Non solo i privati cittadini hanno problemi di parcheggio al grande nosocomio astigiano, ma anche chi è alla guida di un’ambulanza o di un mezzo di trasporto malati.
E’ il parcheggio -1 quello al centro del malcontento dei volontari; quello che, per intenderci, è stato chiuso durante il Covid perchè non garantiva a sufficienza percorsi “sicuri” nei momenti di massimo picco pandemico. Ma che riaprirà nei prossimi giorni dando un po’ di respiro alla cronica fame di parcheggi intorno al nuovo ospedale.
Lo stesso parcheggio, all’ingresso, accoglie una piccola area riservata ai disabili, alle vetture Asl e, appunto, alle ambulanze e agli altri mezzi di trasporto dei malati.
«Peccato che ci siano sempre più “furbetti” che, pur non avendo alcun titolo, li occupano con le loro vetture – spiega sinteticamente Stefano Robino, presidente della Croce Rossa astigiana – Già abbiamo pochi stalli a nostra disposizione e trovarli occupati comporta moltissimi disagi per i volontari e soprattutto per i malati».
A parte le code per “scaricare” e “caricare” i malati che si formano durante alcuni momenti di punti sempre in quella stessa area del parcheggio -1, spesso i malati in barella devono aspettare lì al freddo.
Questo perchè se il malato è in sedia a rotelle, allora uno dei due volontari rimane con lui e lo accompagna alla visita mentre l’altro, l’autista, va a cercare parcheggio fuori dall’ospedale. Ma se si parla di ambulanza e di malati allettati, le barelle possono essere movimentate solo da due volontari così uno resta con il malato sulla barella scaricata mentre l’autista deve andare a posteggiare l’ambulanza chissà dove per poi tornare a piedi e aiutare il collega a portare su il malato. Questo comporta lunghe attese al freddo per il malato e, sempre più spesso, l’allungamento dei tempi di attesa per l’esame perchè si è arrivati dopo l’orario programmato della visita.
«Non possiamo pretendere che la polizia municipale presidi quei posti 24 ore su 24 – dice ancora Robino – Così i volontari devono arrangiarsi sempre di più».
Sulla stessa linea Domenica Demetrio, presidente della Croce Verde i cui volontari incontrano ogni giorno gli stessi problemi: «I nostri volontari non vanno lì per divertimento e non possiamo far fare chilometri ai pazienti o farli aspettare al freddo per consentire alle ambulanze di trovare parcheggio».
Chiedono che, almeno, venga data la possibilità alle ambulanze di usare una parte più ampia del parcheggio -1 rimasto chiuso per quasi tre anni.
«Noi in coda per scaricare i malati e poi in giro a cercare parcheggio con l’ambulanza quando al di là dalle transenne, a pochi metri, c’era un intero piano vuoto vuoto in cui avremmo potuto lasciarle» è lo sfogo di un volontario che preferisce rimanere anonimo.
Problema, quello del parcheggio, che tocca anche i privati che, per le ragioni più varie vanno in ospedale e arrivano a posteggiare l’auto fino alla seconda rotondina di via Fregoli dovendo poi fare chilometri a piedi per raggiungere la hall, oggi l’unico punto di ingresso all’ospedale.
Ma, più in generale, l’ospedale di Asti, per come è stato strutturato, non agevola chi, privato, deve accompagnare con il suo mezzo un parente o un amico anziano o con difficoltà a camminare.
Se si lascia nel parcheggio in alto, bisogna fare tutta la scalinata a scendere e salire; se si lascia alla passerella, bisogna far scendere al volo gli anziani perchè si deve fermare l’auto sulla strada, abbandonare la persona al caldo o al freddo, andare a parcheggiare lontano e tornare a piedi per recuperarla e accompagnarla dentro l’ospedale. Lasciarla nei parcheggi coperti dove effettivamente l’accesso è più vicino è un’utopia, vista la cronica scarsità di posteggi spesso occupati da chi arriva in orari incompatibili con quelli di visita, di analisi e di esami.

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