Cerca
Close this search box.
sdr
Cronaca
Corte d’Assise

Pestaggio mortale: per i due fratelli la condanna è definitiva

Ieri sera la Cassazione ha respinto il ricorso del difensore. Adrian e Valentin Betea dovranno scontare 21 anni di carcere per l’aggressione a Gorancho Georgiev

Con la decisione di ieri della Cassazione che ha respinto i ricorsi presentati dall’avvocato Roberto Saraniti, è diventata definitiva la condanna a 21 anni dei fratelli Adrian e Valentin Betea, sotto processo da anni per aver causato le lesioni gravissime al loro vicino di casa macedone, Gorancho Georgiev nel corso di una rissa. Georgiev fu soccorso dalla moglie e dalla figlia ma da quel momento non riprese mai conoscenza e visse in stato vegetativo per quattro anni fino al sopraggiungere della morte.

Il gravissimo fatto era avvenuto a Castiglione Tinella durante la pasquetta del 2014 quando, sulla scia di malumori e conflitti di vicinato, si affrontarono in più tempi famiglie e amici di Gorancho e Betea.

Ma fu quel pestaggio nel garage a Gorancho a provocargli i traumi che lo avrebbero portato in coma per 4 anni.

In primo grado, la Corte d’Assise di Asti, dopo sei ore di Camera di Consiglio, aveva dettato una sentenza di cinque anni più pesante di quanto richiesto dal pm Davide Greco.

In Appello, gli avvocati Saraniti e la scomparsa Abate Zaro, avevano riproposto la tesi difensiva ma anche i giudici torinesi confermarono di fatto la condanna, riducendola solo di un anno e portandola a 21 anni. Quelli che ieri la Cassazione ha cristallizzato in condanna definitiva.

All’epoca del pestaggio, già da tempo c’erano attriti fra le due famiglie per questioni di vicinato ma quel giorno le cose sono degenerate con incursioni prima a casa dei Betea con distruzione di alcuni mobili e minacce davanti ad amici e parenti e poi l’aggressione a Gorancho nel garage in cui venne ritrovato dalla moglie e dalla figlia più grande, privo di conoscenza con un trauma gravissimo alla testa.

Da questo processo madre, ne è nato un altro, in corso di svolgimento al tribunale di Asti, a carico di alcuni testimoni della difesa per il reato di falsa testimonianza.

Molto amareggiato il difensore dei due fratelli, Roberto Saraniti: «In tutti i gradi di giudizio abbiamo chiesto integrazioni di accertamenti tecnici che ci sono stati negati e che avrebbero sia riposizionato i miei clienti in quella giornata, sia accertato altre eventuali responsabilità. Ricordo che la reazione dei Betea fu dettata dal fatto che poco prima Gorancho era entrato in casa loro a fare danni davanti ai loro figli ancora in tenera età. Sono ancora oggi profondamente convinto che le cose non sia andate come descritte nei capi di accusa e che Adrian e Valentin siano vittime di una condanna ingiusta. Al massimo si poteva parlare di eccesso colposo di legittima difesa, ma non di omicidio».

(Nella foto di copertina la moglie di Gorancho, la figlia maggiore e l’avvocato Alfano davanti al tribunale di Asti durante il processo di primo grado)

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Edizione digitale