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Cronaca

Piovà Massaia, a distanza di tre anni confessa di aver ucciso la madre

Un operaio di 50 anni si autoaccusa di aver soffocato l’anziana donna molto malata e sofferente. Un atto di compassione, ha raccontato. Disposta la riesumazione e l’autopsia

Una storia tutta da ricostruire

Una confessione di omicidio a distanza di tre anni che, lì per lì, ha spiazzato i carabinieri che lo stavano interrogando per un altro reato, decisamente minore rispetto a quello che l’uomo ha ammesso.
Ancora tutti da definire i contorni di una storia che arriva dal nord astigiano, da Piovà Massaia per la precisione.
La Procura non ha voluto rilasciare alcun commento sull’indagine in corso perchè il punto, in questa vicenda, è se credere oppure no alla confessione di un operaio di una cinquantina d’anni.

Un figlio devoto

L’uomo, che non è sposato nè ha figli, ha sempre vissuto con i genitori. Invecchiando, hanno avuto bisogno di cure alle quali lui non si è mai sottratto, sacrificando, come racconta chi lo conosce bene, la sua vita privata.
Prima è mancato il padre e l’uomo è rimasto solo (non ha fratelli nè sorelle) ad occuparsi della madre che, con il passare degli anni, ha accumulato numerose patologie che ne hanno compromesso seriamente l’autonomia e l’indipendenza.

Per la madre un calvario di malattie

Tre anni fa, a novant’anni, la donna, dopo un lungo periodo di degenza in ospedale in seguito ad alcune fratture, è stata dimessa ed è tornata a casa dove il figlio ha continuato ad occuparsi di lei.
Ma per lui è stato sempre più difficile vedere la madre spegnersi lentamente in preda a continui dolori che non sempre i farmaci riuscivano a calmare.
Un calvario anche per lui ma la donna, nel giro di qualche settimana, si è spenta.

Nessun sospetto sulla morte dell’anziana

Una morte classificata come naturale, visto il suo quadro clinico compromesso e la sua veneranda età.
E così è stata considerata da tutti, senza alcun dubbio sul decesso. Il figlio lentamente si è ripreso da questo lutto e si è riappropriatoi di un po’ di quella libertà di vita che fino ad allora era stata molto limitata.
Fino a questa estate, quando l’uomo è “inciampato” in uno spiacevole caso di danneggiamenti.

Danneggia un’auto per trovare il coraggio di confessare

Non sono chiari i contorni di questa seconda vicenda collegata alla prima. Sarebbe stato interrogato dai carabinieri dopo la denuncia di una ragazza che si è trovata l’auto completamente rigata e vandalizzata mentre si trovava parcheggiata sul piazzale di un distributore della zona. Le telecamere di sorveglianza, che non perdonano, avrebbero ripreso tutta la scena e da un’analisi delle immagini i carabinieri di Cocconato sarebbero risaliti a lui come autore dell’inspiegabile gesto.
Appena è iniziato l’interrogatorio per questo episodio l’uomo è crollato e ha fatto il suo racconto che ha quasi dell’incredibile.

La confessione

Alla prima domanda di chiarimento, l’uomo avrebbe confessato di aver ucciso la madre nel sonno, soffocandola con un cuscino.
Dunque, secondo il suo racconto, quella morte di tre anni fa non fu per niente naturale, ma frutto di un momento di esasperazione per il continuo vederla soffrire e tribolare. Un gesto liberatorio, avrebbe spiegato l’uomo, avvenuto al termine di una notte drammatica di dolori alle gambe che neppure i farmaci più forti riuscivano a lenire. Secondo il suo racconto avrebbe abbondato con gli antidolorifici per intontirla e poi avrebbe appoggiato un cuscino sul viso per porre fine alle sofferenze. Un gesto compassionevole, dunque, non criminale.
Senza alcun dubbio da parte dei soccorritori chiamati al mattino per constatare il decesso dell’anziana.

Riesumata la salma ed eseguita l’autopsia

Un racconto immediatamente riferito dai carabinieri alla Procura; il pm Fiz sta raccogliendo riscontri a quanto affermato dall’uomo che, nel frattempo, ha nominato suo difensore l’avvocato Marco Dapino. E’ in questo ambito che nei giorni scorsi è stata disposta la riesumazione della salma dell’anziana, sepolta nel cimitero di Berzano San Pietro (nella foto) e un medico legale di Torino, il dottor Di Vella, sta compiendo un’autopsia a distanza di tre anni nella speranza di dare conferme o smentite al gravissimo reato di cui si è autoaccusato l’uomo attualmente agli arresti domiciliari.

Daniela Peira

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