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Cronaca
Giallo

Piovà Massaia, il fratello lo accusa di averlo accoltellato ma lui nega e ha un alibi

Il giallo che coinvolge Luigi Procopio, l’uomo che nel 2000 percosse e gettò giù dalle scale una donna a Piovà, provocandone la morte

Si tinge decisamente di giallo il caso che ruota intorno a Luigi Procopio, l’uomo uscito da poche settimane dal carcere dove ha terminato di scontare la pena a 23 anni per il concorso nell’omicidio di Annamaria Meneghetti, la donna di 50 anni di Piovà Massaia malmenata e gettata giù dalle scale della sua abitazione.

Procopio era stato condannato insieme a Daniela Durello, la figlia della vittima. Entrambi tossicodipendenti all’epoca dei fatti, avrebbero reagito in questo modo al rifiuto della donna di dare loro del denaro.

Una quindicina di giorni fa, Procopio è stato chiaramente indicato dal fratello Teodoro come colui che, sotto la casa della loro madre a Nichelino, lo ha aspettato sul marciapiede, lo ha avvicinato e gli ha sferrato un profondo fendente all’addome prima di darsi la fuga. E per Teodoro è chiaro anche il movente: Luigi, uscito dal carcere, aveva chiesto di poter tornare a vivere con lui e la madre nella casa della cintura torinese, ma loro non hanno voluto.

Teodoro ha detto fin da subito ai carabinieri intervenuti insieme ai soccorritori medici, che era stato il fratello ad averlo accoltellato, lo aveva riconosciuto, ne era perfettamente sicuro.

Da due settimane i carabinieri hanno cercato Luigi e lo hanno rintracciato. E, secondo i loro accertamenti, avrebbe un alibi solido: il giorno dell’accoltellamento, Luigi si trovava in un dormitorio nella città di Pavia. A provarlo ci sarebbero anche diversi testimoni. Per questo motivo, al momento, non è stato incolpato dell’aggressione.

Dal canto suo, Teodoro, continua ad essere sicurissimo della sua responsabilità nell’aggressione a colpi di coltello e dice: «Non avrei fatto il suo nome se non fossi stato sicuro che si trattava di lui».

Il luogo in cui è avvenuta l’aggressione non è coperta da telecamere e dunque al momento, gli investigatori non sciolgono ancora i loro sospetti. Nè in un senso, nè nell’altro. E continuano a raccogliere indizi.

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