Morto nell’infortunio agricolo in vigna
Kalil Ibrahim Souarè aveva solo 23 anni eppure aveva già affrontato il viaggio dalla Guinea all’Italia e qui aveva prima frequentato i corsi di italiano conseguendo la terza media e poi si era dato da fare per trovarsi un lavoro perchè da lui dipendenva il suo anziano padre.
I soldi non servivano tanto a lui, ospite di Villa Quaglina da questa estate nell’ambito del programma Sprar, quanto piuttosto al padre rimasto in patria. Lui era rimasto l’unico della famiglia che potesse occuparsene e anche quel lavoro da “spollonatore” questa estate e da vendemmiatore in autunno era importante per mandare un po’ di soldi a casa.
E’ un po’ della storia che sta dietro alla vita del giovane profugo deceduto venerdì scorso per un infortunio agricolo a Mongardino, sulla via Tiglione.
Kalil Ibrahim Souarè
Il ragazzo era regolarmente impiegato in una azienda agricola della zona e stava aiutando a vendemmiare. Intorno alle 17, quando era ora di fare ritorno in cascina è avvenuto il tragico incidente. Lui si trovava dietro al carro pieno di grappoli quando è caduto all’indietro battendo fatalmente il capo sull’asfalto della strada che è rimasta chiusa un’ora per consentire i rilievi dei carabinieri e dello Spresal.
La sua morte ha seminato sgomento nella comunità di Villa Quaglina gestita dal Piam dove era molto rispettato per la sua correttezza e la sua socievolezza.
Nonostante fosse lì solo da tre mesi, aveva stretto amicizia con un gruppo di “compagni di sventura” accomunati dal sogno di un futuro in Europa.
Ora la salma è ancora a disposizione della Procura.
Per il suo rimpatrio e per un aiuto economico all’anziano padre si stanno mobilitando le comunità senegalesi e guineiane della città.
Chiunque volesse aderire alla raccolta fondi può farlo presentandosi direttamente agli sportelli Piam di via Carducci 28 in orario di ufficio.