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Cronaca
Sentenza

Rimborsopoli bis: condannati gli ex consiglieri regionali astigiani Cotto e Robotti

Per la Cotto potrebbe profilarsi la sospensione dall’incarico di assessore al Comune di Asti in seguito all’applicazione della Legge Severino

Arriva la sentenza di primo grado del processo conosciuto come “Rimborsopoli bis” sulle spese dei consiglieri regionali in carica tra il 2008 e il 2010.

L’accusa era la stessa che aveva riguardato altri colleghi consiglieri nella prima inchiesta, ovvero quella di essersi fatti rimborsare dai vari gruppi consiliari di appartenenza spese ritenute illegittime, non ricomprese fra quelle previste per l’attività istituzionale.

L’inchiesta ha riguardato anche due consiglieri regionali astigiani: Luca Robotti (Comunisti Italiani) e Mariangela Cotto (Forza Italia).

Il primo è stato condannato a 2 anni e 6 mesi mentre alla Cotto sono stati inflitti 2 anni con sospensione condizionale della pena.

«Contestiamo la sentenza sotto diversi profili – commenta l’avvocato Pierpaolo Berardi che, con il collega Bertolino, ha difeso Robotti –  Intanto ricordo che il pm in udienza preliminare aveva chiesto il proscioglimento del nostro assistito perché il “fatto non sussiste”. Poi, pur non essendo mutato in nulla il quadro probatorio, il pm ha chiesto una condanna a 2 anni di reclusione. E i giudici si sono spinti ancora oltre rispetto alle contestazioni fatte dal pm che riguardavano circa 6 mila euro di rimborsi che rimane una cifra comunque difficilmente ricostruibile a distanza di più di 10 anni. I giudici, invece, gli hanno ascritto anche somme che erano già state giustificate dal pm. A fronte di queste considerazioni – conclude l’avvocato – crediamo in appello di poter ottenere la piena assoluzione come già richiesto dal pm in sede preliminare».

Per quanto riguarda Mariangela Cotto, attuale assessore ai Servizi Sociali del Comune di Asti, la cifra per la quale è stata condannata si aggira intorno ai 7 mila euro. E’ stata assolta da alcune spese che le erano state contestate, sottolinea il suo difensore, l’avvocato Aldo Mirate ricordando anche che la sua assistita aveva comunque provveduto ad un risarcimento di circa 30 mila euro che era la somma complessivamente contestatale. Pur ritenendo di aver agito nell’alveo della legittimità, aveva preferito restituire i rimborsi che le contestavano di non aver adeguatamente giustificato.

Per lei, però, il rischio ora è quello della sospensione dal suo attuale ruolo di amministratore pubblico, a seguito dell’applicazione della Legge Severino, su richiesta del Prefetto e del Ministero dell’Interno, per un periodo di almeno diciotto mesi per i condannati, anche solo in primo grado, per reati come corruzione, concussione, abuso d’ufficio, peculato.

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