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Cronaca

Scandalo Atc, il patteggiamento
di Santoro a 4 anni e 2 mesi è realtà

Nessun colpo di scena: nel primo pomeriggio di giovedì il Gip Giannone ha letto la sentenza riguardante il caso Santoro accogliendo la proposta di patteggiamento avanzata dal procuratore Vitari e

Nessun colpo di scena: nel primo pomeriggio di giovedì il Gip Giannone ha letto la sentenza riguardante il caso Santoro accogliendo la proposta di patteggiamento avanzata dal procuratore Vitari e dalla difesa congiunta degli avvocati Mirate e Yeuillaz. Imputato di essersi appropriato di circa 10 milioni di euro in una decina di anni alla direzione dell'Atc di Asti, Santoro ha patteggiato 4 anni e 2 mesi.

Una condanna che, così come è stata formulata, non lo esime dalla carcerazione. Dalla scoperta dell'ammanco, avvenuta a fine febbraio, Santoro non è mai stato arrestato e uno dei suoi difensori, l'avvocato Mirate, ha ammesso di aver presentato almeno tre o quattro proposte di patteggiamento prima di trovare l'accordo con la Procura. Le prime erano formulate in modo da tenersi sotto la soglia minima di carcerazione, ma sono state respinte.

Nella stessa sentenza, una parte consistente riguarda i beni mobili ed immobili sequestrati a Santoro. Accogliendo una proposta dello stesso imputato, il denaro sui conti correnti a lui intestati e sequestrati, verrà direttamente restituito all'Atc, presente nel processo come parte offesa. Per gli altri beni mobili ed immobili è stata disposta la confisca ad eccezione di alcuni box auto a Torino, della casa di Ceriale e di un'auto. Mentre il procuratore capo Giorgio Vitari, subito dopo la lettura della sentenza ha escluso un ricorso, questa eventualità verrà invece presa in considerazione dall'avvocato Mirate che si prenderà qualche giorno di tempo per leggere le motivazioni (depositate contestualmente alla sentenza del gip) prima di decidere.

«Ho sempre avuto la certezza che la proposta di patteggiamento avanzata sarebbe stata accettata, perchè "tecnicamente granitica"», ha commentato a caldo l'avvocato Mirate. Sulle numerose manifestazioni di dissenso e di protesta per la conclusione concordata di questo grave peculato, sia il  procuratore Vitari che i due difensori di Santoro si sono messi a disposizione per un incontro pubblico durante il quale spiegare e rispondere ad eventuali domande sulla vicenda. Analoga disponibilità ad un confronto pubblico davanti alla cittadinanza è arrivata dai legali delle altre parti offese oltre all'Atc che avevano tentato di costituirsi parte civile ma erano state estromesse per la scelta del rito del patteggiamento.

Daniela Peira

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