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Cronaca

Scandalo Atc, l'ex direttore
a settembre andrà a processo

La vicenda giudiziaria sullo scandalo dell’ammanco di oltre 8 milioni e mezzo di euro dalle casse dell’Atc prosegue a passo di bersagliere e a settembre, il 17 per la precisione, davanti al gip Morando si presenteranno i pm Vitari e Pazè e l’avvocato difensore Mirate per decidere sulla sorte penale del dottor Pierino Santoro, ex direttore amministrativo dell’Agenzia che gestisce le case popolari di Asti e provincia.
I titolari dell’inchiesta vogliono…

La vicenda giudiziaria sullo scandalo dell’ammanco di oltre 8 milioni e mezzo di euro dalle casse dell’Atc prosegue a passo di bersagliere e a settembre, il 17 per la precisione, davanti al gip Morando si presenteranno i pm Vitari e Pazè e l’avvocato difensore Mirate per decidere sulla sorte penale del dottor Pierino Santoro, ex direttore amministrativo dell’Agenzia che gestisce le case popolari di Asti e provincia. I titolari dell’inchiesta vogliono procedere con il “giudizio immediato”, quello che prevede la rinuncia all’udienza preliminare in presenza di evidenza della prova e di interrogatorio della persona sottoposta alle indagini.

Al decreto di giudizio immediato seguirà, da parte del difensore, la proposta di procedere con giudizio ordinario, abbreviato o patteggiamento, due soluzioni che prevedono abbattimenti di pena. A questo punto il processo viene celebrato sugli atti del fascicolo in mano al pm, con le indagini espletate e i verbali degli atti compiuti in fase di indagini preliminari. Sulle responsabilità del dottor Santoro è stato lo stesso indagato a fare piazza pulita, ammettendo, sin dall’inizio delle indagini, la sua totale ed esclusiva responsabilità negli ammanchi che sarebbero perdurati per almeno una decina d’anni. All’ammissione erano immediatamente seguite le dimissioni dall’Atc e, nel giro di qualche giorno, un primo bonifico da 800 mila euro a titolo di parziale risarcimento dei danni.

Quello che Santoro non ha mai fatto in queste settimane di indagini e di balletto di numeri è contestare il totale dell’ammanco, fissato dai revisori dei conti nella loro relazione finale a 8 milioni 753 mila euro con qualche sospetto di altre uscite di cassa non contabilizzate nè giustificate. A carico di Santoro sono già stati eseguiti diversi sequestri di beni, compresa la grande villa di Mongardino in cui abita con la famiglia. Mentre la Corte dei Conti ha avviato un’indagine parallela alla ricerca di altre eventuali responsabilità nei mancati controlli di tutti i consigli di amministrazione che si sono succeduti nel periodo in cui Santoro ha sottratto le risorse.

d.p.

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