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Cronaca

Si è spento a 93 anni Oddino Bo,
il comunista delle lotte contadine

Sono previsti per domattina, giovedì, alle 10 a Maranzana, i funerali con rito civile di Oddino Bo, deceduto all'età di 93 anni dopo una vita passata nelle fila del Partito Comunista. Sposato

Sono previsti per domattina, giovedì, alle 10 a Maranzana, i funerali con rito civile di Oddino Bo, deceduto all'età di 93 anni dopo una vita passata nelle fila del Partito Comunista. Sposato con Stella Caviglia, papà di Gianfranco e nonno di tre nipotini, Oddino Bo era nato il 19 aprile 1922 a Maranzana da una famiglia contadina di chiare convinzioni antifasciste. Diplomato all’Istituto Magistrale di Alessandria, nel 1943 viene chiamato alle armi ed inviato in zona di operazioni in Puglia dove si trova al momento dell’armistizio. Il suo Battaglione resta fedele al governo Badoglio.

Torna a Maranzana nel giugno del 1945 e in quel periodo matura la decisione di aderire al Partito comunista italiano. Diventa un “quadro” della Federazione di Asti, si iscrive all’Ordine dei Giornalisti, collabora all’Unità e a soli 29 anni, viene eletto segretario provinciale succedendo a Giovanni Oreste Villa. L’agricoltura è il settore in cui si impegna con maggior convinzione, partecipando alla fondazione dell’ACA ed a tutte le lotte contadine che si succedono dal 1956 al 1970. Consigliere comunale ad Asti, Nizza Monferrato e Costigliole, viene eletto alla Camera dei Deputati per due legislature, dal 1963 al 1972. Negli anni successivi fa parte del Comitato Nazionale Vini, è Presidente regionale della Confcoltivatori, diretta erede dell’ACA, componente della Commissione vitivinicola italo-francese.

Dirigente dell’Anpi di Asti, si è intensamente occupato di storia del ‘900 con particolare riferimento al rapporto tra Resistenza e campagne ed alla “cobelligeranza”, collaborando con gli Istituti Alcide Cervi e per la Resistenza di Asti, fornendo altresì un importante contributo alla realizzazione del Museo Badoglio di Grazzano. Molti i suoi interventi in importanti pubblicazioni. Tra queste “Ambiente e campagne nella guerra di liberazione”, “Sinistra e piccola proprietà: l’Associazione Contadini astigiani”, “Democrazia e contadini in Italia nel XX Secolo” “Contadini e Partigiani”, “Storia del Movimento operaio, del socialismo e delle lotte sociali in Piemonte”. In “L'Utopia vissuta", edita da Gribaudo-Sedico nel 1999, ha infine tracciato un’articolata riflessione autobiografica degli avvenimenti italiani tra gli anni ’30 e ’50 del secolo scorso. Tra i molti riconoscimenti ricevuti, la Medaglia di Cangrande del Vinitaly.

Per la sua morte profondo cordoglio è stato espresso dalla presidenza, dalla direzione e da tutta la famiglia della Cia di Asti. «Tra i fondatori dell’Associazione Contadini Astigiani e successivamente della Confcoltivatori – si legge in una nota della Cia –  di cui era stato anche presidente regionale del Piemonte, Bo può essere considerato uno dei non tantissimi “padri nobili” del movimento contadino piemontese e tra gli ispiratori della nascita, nel 1977, della Confederazione italiana agricoltori. Particolarmente attivo nell’attività sindacale, tra il 1956 ed il 1970, fu uno dei primattori del cosiddetto “’68 contadino” in Piemonte che, dopo una lunga serie di dimostrazioni, non prive di momenti di alta tensione, portò alla istituzione del Fondo nazionale di solidarietà contro le avversità atmosferiche».

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