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Cronaca
Tribunale

Sullo scandalo dei farmaci veterinari sottratti all’Asl, il padre patteggia 2 anni mentre il figlio farà 1 anno di messa alla prova

Gianstefano e Gianbattista Filippone hanno concluso oggi la loro vicenda giudiziaria. L’Asl di Asti risarcita per 28 mila euro

Si è chiusa questa mattina, davanti al gip Di Naro, la vicenda giudiziaria che ha visto protagonisti i noti veterinari astigiani Gianstefano e Gianbattista Filippone, padre e figlio, accusati, il primo, di aver sottratto dei medicinali e dispositivi medicali dai magazzini del Servizio Veterinario Area A dell’Asl di Asti dove era dirigente all’epoca dei fatti e il secondo di averli ricettati utilizzandoli nella sua clinica veterinaria privata.

Il padre, Gianstefano, difeso dall’avvocato Mirate, ha patteggiato 2 anni, ottenendo la sospensione condizionale della pena. Una pena che era correlata al riconoscimento di un risarcimento danni all’Asl, costituita parte civile con l’avvocato Rattazzi. I due veterinari hanno consegnato questa mattina un assegno di 28 mila euro destinato all’azienda sanitaria locale.

Il figlio, Gianbattista, difeso dagli avvocati Bazzano e Vertucci, ha ottenuto l’ammissione alla MAP (messa alla prova) di un anno; ad ottobre si terrà una nuova udienza intermedia per verificare l’adesione effettiva a questa pena alternativa contro la quale si erano duramente schierati sia il pm Deodato che gli avvocati di parte civile. Una MAP che prevede anche il versamento di 10 mila euro all’Ordine dei Veterinari della provincia di Asti costituitosi parte civile con l’avvocato Alberto Pasta.

E proprio l’Ordine dei Veterinari la prossima settimana vedrà la convocazione della commissione disciplinare interna che dovrà decidere sulle sanzioni da comminare ai due iscritti in virtù degli esiti del processo.

«Siamo soddisfatti per come si è conclusa questa vicenda giudiziaria – hanno commentato sia l’avvocato Mirate che l’avvocato Bazzano – riteniamo che sia stato un epilogo congruo  rispetto ai fatti contestati».

L’avvocato Pasta, a nome dell’Ordine dei Veterinari, ha invece sottolineato che sarà verificata l’effettiva esecuzione della Map, risarcimento compreso «inoltre – aggiunge –  ci riserviamo la decisione sull’azione civile risarcitoria nei confronti di Gianstefano Filippone, il padre».

Non è ancora affatto chiusa, invece, la vicenda, per la terza imputata, Emila Barbaro, un medico accusato di aver  consegnato a Gianstefano tre ricette mediche in bianco con la sua firma e il timbro di un collega  che sostituiva. Per lei il rinvio a giudizio fra un anno esatto, nell’aprile del 2022 di fronte al giudice Dematteis.

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