Quei sacchi neri che stazionano tra albero e panchina «non sono un bel biglietto da visita per chi si appresta a salire la Sternia». E’ amaro il commento di un residente che, ogni giorno al pari di molti altri condomini, deve combattere la propria
Quei sacchi neri che stazionano tra albero e panchina «non sono un bel biglietto da visita per chi si appresta a salire la Sternia». E’ amaro il commento di un residente che, ogni giorno al pari di molti altri condomini, deve combattere la propria personale battaglia contro il degrado dell’immondizia abbandonata per strada. Siamo in piazza Gioberti, cuore storico di Canelli.
Un cartello indica che questa è la porta dei territori Unesco lungo il percorso del Moscato d’Asti. Alzando lo sguardo la collina di Villanuova, dominata dal castello, si può quasi toccare con mano nella sua severa e signorile bellezza. Rischiando di inciampare, mentre la vista è attratta dalla caratteristica piazzetta di San Tommaso, nel cumulo di rifiuti che disegnano l’aiuola ai piedi del platano.
Malcostume giornaliero, tanto da far innervosire più di canellese che con questo vezzo ci deve convivere. «Non è un caso una tantum – dicono alcuni residenti – ma un’abitudine inveterata».
Una gatta da pelare anche per gli operatori ecologici dell’Asp che, regolamento alla mano, dovrebbero verificare il contenuto dei sacchi e multare i trasgressori qualora lo smaltimento non venga effettuato a norma. E, in effetti, nei raccoglitori c’è un po’ di tutto: dalla carta alla plastica, lattine di birra, residuo organici di alimenti. «Abbiamo avvisato Asp e Comune, ma per il momento nulla è cambiato» affermano in “piazzetta della verdura”. La ricerca dei responsabili è durata un giorno; sommessamente, quasi con pudore, individuati nei molti giovani stranieri, e non, che affollano la piazza. «Non abbiamo nulla contro queste persone più sfortunate: chiediamo solo un minimo di attenzione e un po’ di rispetto delle regole».
L’improvvisata isola ecologica, intanto, aumenta. A pochi metri c’è un’area, chiusa, dove conferire i rifiuti. Gli addetti dell’azienda di raccolta allargano le braccia, sconsolati: «A loro abbiamo indicato dove si trovano i bidoni dell’immondizia, ma per ora senza risultato». Di multe, al momento, nessuno vuol parlare perché cadrebbero su chi gestisce il centro. «Non ci sembra corretto: già fanno molto per queste persone. Ma dobbiamo educarli».
Giovanni Vassallo