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Cronaca

Una vita con la toga: avvocati in classe per spiegare la professione forense

Progetto di alternanza scuola lavoro del’Ordine di Asti. Una professione che però sembra attirare sempre meno giovani

Alternanza scuola lavoro

Gli avvocati entrano nelle scuole astigiane per spiegare ai ragazzi cosa significhi abbracciare la carriera forense.
Un progetto dell’Ordine degli Avvocati di Asti nell’ambito dell’alternanza scuola lavoro: non potendo, per motivi di riservatezza delle informazioni e dell’accesso a dati giudiziari sensibilissimi dei clienti accogliere gli studi negli studi, saranno gli avvocati a recarsi nelle scuole per illustrare la professione.
Il programma di incontri in aula è stato presentato nei giorni scorsi all’Auditorium della Cassa di Risparmio di Bra nell’ambito del convegno sul tema “Liceo ed alternanza: un percorso di qualità”, considerando che la maggior parte di avvocati ha iniziato il proprio percorso di studi proprio da un liceo.

I temi che saranno trattati

Saranno dieci gli appuntamenti nelle scuole durante i quali non si terranno lezioni frontali ma incontri con il coinvolgimento dei ragazzi in attività interattive. I temi trattati saranno l’analisi della Costituzione come base dello Stato di diritto e poi diritto del lavoro, cyberbullismo, Codice della Strada e giustizia mediatica.
Un progetto fortemente voluto dal presidente dell’Ordine, Marco Venturino che ha affidato la realizzazione a tre giovani consiglieri referenti: Franca Dardo, Gianluca Bona e Matteo Ponzio.

Una professione che sta perdendo appeal

Attualmente, per la verità, il numero di avvocati iscritti risulta sufficiente e anche in sovrabbondanza rispetto al bacino di popolazione cui è riferito l’Albo di Asti e Alba (ricongiunti dopo l’accorpamento dei due tribunali), ma è altrettanto vero che il numero di praticanti è nettamente in calo rispetto a cinque anni fa. Oggi stanno facendo praticantato 78 laureati in legge che sperano di entrare nelle fila dell’Ordine cui sono iscritti, ad oggi, 653 avvocati, divisi quasi equamente a metà fra il territorio di Asti e quello “acquisito” di Alba-Bra-Carmagnola. Di questi vi sono più donne che uomini: 339 contro 314.

Ci sono meno cause

Sulla tendenza per i prossimi anni si ipotizza un numero costante di iscritti a fronte, però, di una diminuzione di cause e processi, soprattutto nel settore civile.
I motivi, spiega il presidente Marco Venturino, sono da ricercare negli aumentati costi di accesso alla giustizia, nella risoluzione di controversie attraverso mezzi alternativi al processo quali la mediazione, la negoziazione assistita e l’arbitrato.

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