Non sono vigilanti e non fanno ronde, ma tengono docchio il quartiere in cui vivono per segnalare la presenza di persone sospette, movimenti anomali o altri potenziali pericoli. Sono i cittadini
Non sono vigilanti e non fanno ronde, ma tengono docchio il quartiere in cui vivono per segnalare la presenza di persone sospette, movimenti anomali o altri potenziali pericoli. Sono i cittadini che aderiscono al progetto Controllo del Vicinato, iniziativa che anche lamministrazione Brignolo ha deciso di attuare collaborando con lomonima associazione senza fini di lucro. La Giunta ha deliberato laccordo con il sodalizio (referente piemontese Massimo Iaretti) per avviare un progetto pilota su Asti, il primo capoluogo di provincia ad essere coinvolto dopo lesperienza maturata in piccoli o medi Comuni, come già avvenuto a Casorzo.
Il progetto, sul quale stanno lavorando i consiglieri comunali Neri Baglione e Andrea Visconti, mira a creare un meccanismo virtuoso tra i cittadini affinché gli stessi prestino maggiore attenzione ai fatti che accadono nella loro zona, così da segnalare tempestivamente la presenza di malitenzionati ai vicini di casa (o di strada), ma anche alle forze dellordine. «Non esiste un modello fisso con il quale operare, – spiega il promotore Massimo Iaretti – ma si possono fare tante attività di prevenzione, a cominciare dagli incontri con la popolazione che vive nelle zone rurali o nei quartieri decentrati, senza dimenticare i commercianti, soggetti potenzialmente a rischio». Liniziativa prevede anche di identificare diversi coordinatori sul territorio, vere e proprie antenne ai quali saranno impartite indicazioni, tramite corsi di formazione, su come rapportarsi con i cittadini e con le forze dellordine in caso di necessità.
Presentato il progetto Apriamo gli occhi
Nel frattempo il tema sicurezza continua a tenere banco. Durante il convegno Apriamo gli occhi sulla città, che si è svolto nella sede di Astiss, lamministrazione ha illustrato i termini del protocollo dintesa siglato con CNA e Confartigianato per dare la possibilità ai condomini di dotarsi di telecamere di sicurezza a partire da 990 euro più iva. Le telecamere private, un deterrente contro episodi di microcriminalità urbana, potranno essere installate dopo una delibera dellassemblea di condominio rivolgendosi agli installatori inseriti in un apposito albo.
Si testano le 21 nuove telecamere di sorveglianza
Sempre sul fronte della prevenzione si ricorda la nuova fase del progetto di videocontrollo della città finanziata con i fondi del PISU. Sono 21 le telecamere installate nella zona sud ovest di Asti e collegate anche al comando della polizia municipale. In questi giorni sono in corso i test sul sistema mentre è già stata avviata la sostituzione delle altre 43 vecchie telecamere di videocontrollo, alcune non più funzionanti, con nuovi apparati intelligenti «capaci di riconoscere comportamenti sospetti», precisano gli amministratori.
Mariangela Cotto interpella per la sicurezza davanti alle scuole
E proprio in merito al progetto di rendere Asti la città più videosorvegliata dItalia, considerando le telecamere pubbliche e private che andranno a creare una rete di controllo senza precedenti, interviene il consigliere comunale Mariangela Cotto (Noi per Asti). In uninterpellanza al sindaco, Cotto chiede se laccordo tra Comune, CNA e Confartigianato preveda linstallazione di telecamere agli ingressi delle scuole «con possibilità per il dirigente, o chi per esso, di visionarle in tempo reale, allinizio e alla fine dellorario scolastico, per contrastare episodi di bullismo, spaccio, furti, etc». Il consigliere di minoranza chiede inoltre se le telecamere potranno essere usate a scopo preventivo e non solo per finalità investigative e repressive, ma fa anche unanalisi sulle forze di polizia presenti in città: «Corrisponde al vero che nessuno dei 193 allievi del corso di polizia è destinato ad Asti? Esistono ancora i poliziotti di quartiere?» domanda al sindaco il consigliere dellopposizione che, sempre nellinterpellanza, vorrebbe conoscere anche il numero degli astigiani che hanno dichiarato di possedere unarma in casa.
Riccardo Santagati