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Cultura e Spettacoli

Dal fumetto al palcoscenico
Vercelli e le canzoni di Gipo

Un fumettista che si dedica al teatro, le canzoni di Gipo Farassino, un debito da saldare. Elementi che sembrano avere poco a che fare l'uno con l'altro, eppure lo spettacolo "Na seira a

Un fumettista che si dedica al teatro, le canzoni di Gipo Farassino, un debito da saldare. Elementi che sembrano avere poco a che fare l'uno con l'altro, eppure lo spettacolo "Na seira a Porta Pila" è nato proprio da questa insolita composizione. «Recentemente ho conosciuto un cantastorie che mi ha riavvicinato alle canzoni di Gipo Farassino», racconta Gino Vercelli, autore di fumetti per l'editrice Bonelli. Quand'era ragazzo, suo padre lo aveva avvicinato allo chansonnier torinese.

«Gipo, allora, proprio non mi piaceva. Quando lo scorso anno mi è capitato di riascoltarlo, ho capito che in qualche modo mi era rimasto dentro, e che avevo un debito da saldare con mio padre. Quel ricordo, mi sono detto, andava affrontato in modo creativo.» Da quello spunto è nato lo spettacolo in dialetto di teatro – canzone che debutterà questa sera alla Casa del Popolo (ore 21, ingresso a offerta). Diretti da Emanuela Paccagnan, sul palco lo stesso Gino Vercelli, Massimo Cattanea e il musicista Marco Garri, che per realizzare lo spettacolo hanno costituito la compagnia Rockaroju. La scena è ambientata in una piazza, la "Porta Pila" cantata da Gipo Farassino nell'omonima canzone tradotta da Aznavour.

Tre personaggi parlano di donne, della Torino che fu, cantano: in scaletta brani degli anni Sessanta e Settanta: Paris, Matilde Pellissero, ?L tulè ?d Civass, Salopa, Veuj compreme ?na casin-a, insieme a perle rare come N'aptit da sonador, scritta quest'ultima insieme a Paolo Conte. «Mi sono trovato molto a mio agio con il teatro – racconta Gino Vercelli, passato dalle matite alle quinte – nel fumetto occorre immaginare movimenti ed espressioni da disegnare; sul palco si mettono in scena azioni e dialoghi con il corpo e la voce, ma il processo mentale è molto simile: ci si domanda quale sia l'approccio giusto per trasmettere le emozioni.» Da gennaio i Rockaroju porteranno lo spettacolo in giro per il Piemonte, mentre in futuro i loro lavori potrebbero parlare il dialetto ligure.

e.p.r.

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