Appuntamento interessante e affollato quello che, venerdì scorso, ha inaugurato la rassegna “La grande storia…in Biblioteca”.
Intitolato “La Moscova e il rancio dell’imperatore”, ha visto in qualità di relatori i giornalisti Vanni Cornero e Domenico Quirico; il medico, appassionato di storia, Gianfranco Imerito; il presidente della sezione provinciale dell’Accademia Cucina Italiana, Massimo Malfa. Con spunti diversi hanno approfondito episodi della vita di Napoleone Bonaparte.
A fare gli onori di casa Vanni Cornero, ideatore della rassegna con Imerito. «Una serata un po’ complessa e articolata – ha esordito il giornalista – che, pur raccontando momenti storici importanti, ha qualche risvolto frivolo, anzi gastronomico».
Il periodo storico esaminato
Il periodo storico esaminato è stato quello della campagna di Russia, della battaglia di Borodino (conosciuta come battaglia della Moscova), della fine del dominio di Napoleone e delle concause che vi contribuirono. L’aspetto culinario ha riguardato il pollo “alla Marengo” che Napoleone consumò a Spinetta Marengo dopo la vittoria e che, secondo la leggenda, divenne il suo piatto portafortuna. Domenico Quirico ha descritto il paesaggio russo, la Grande Armata, la sua distruzione, ha raccontato Napoleone «che in quel periodo, ingrassato, calvo, malato, non era più lui». Ha narrato l’entusiasmo e il genio sparito, le tattiche, la paura e il coraggio, lo scontro di due potenze dalle mentalità differenti e, infine, le enormi perdite di vite umane. Imerito ha approfondito invece la condizione fisica dei soldati. «Immaginate – ha invitato i presenti – 422mila combattenti che, via via, si riducono drasticamente. Un disastro causato non solo dalle battaglie, ma anche da malattie, fame e freddo».
Pane, carne, riso, sale, cipolle, vino erano gli alimenti consumati principalmente in caserma. «Sul campo di battaglia era diverso – ha evidenziato Imerito – tanto più che Napoleone, avendo previsto di vincere in 20 giorni, aveva scorte solo per questo periodo». La conferma di questa grave malnutrizione risale al 2010, dopo lo studio delle ossa di 3.269 caduti francesi.
Il riferimento gastronomico
Per introdurre la parte più curiosa della conferenza si è indietreggiato nel tempo fino alla grande vittoria di Napoleone a Spinetta Marengo e al pollo che prese il suo nome. «Per quanto riguarda i gusti alimentari – ha osservato Massimo Malfa – Napoleone non era un raffinato gourmet. Prediligeva cose semplici, mangiava velocemente, anche in piedi o a cavallo, non usava le posate e amava fare “scarpetta”». Per quanto riguarda il pollo, esistono svariate versioni di quel piatto cucinato con ingredienti reperiti sul momento, mentre la battaglia era ancora in corso. La più accreditata è la ricetta che contiene pollo, gamberetti di fiume, funghi, pomodoro, pane e uova fritte. La stessa servita in memoria di Napoleone alla Caffetteria Mazzetti al termine della conferenza.