L’Ospedale Cardinal Massaia sta riducendo i Reparti destinati alle degenze COVID. E’ una buona notizia che auspichiamo possa riportarci almeno alla situazione prepandemica. Al momento, oltre al Reparto malattie infettive, solo un Reparto di medicina è ancora adibito al ricovero di pazienti affetti da COVID. Anche il Reparto di terapia intensiva vede un numero minore di ricoverati per COVID. Considerando la situazione in miglioramento l’Asl Asti ha deciso di riavviare un lentissimo ritorno alle prenotazioni per le visite specialiste. Visite specialistiche da tempo sospese, ad eccezione delle situazioni più urgenti, e che hanno trovato risposta presso le strutture private convenzionate. Al momento non vi è una data precisa sul riavvio di questa attività che, preliminarmente, sarà incentrata sull’aggiornamento delle agende di prenotazione e sul recupero delle prenotazioni non andate a buon fine a causa dell’interruzione delle attività. Attività di recupero che lascia abbastanza perplessi in considerazione del fatto che, qualora un cittadino avesse una necessità di salute che non trova risposta nel pubblico cerca altre vie: o privatistiche o riprenotando presso le strutture convenzionate. Al momento l’unica data certa è quella relativa alla ripresa dell’attività privata intramoenia che ripartirà da lunedì 22 febbraio.
Ci sembra veramente troppo poco da parte della nuova Direzione della Asl Asti in considerazione dei bisogni che si sono andati accumulando in questi lunghi mesi che hanno visto tante persone dover fronteggiare non solo la pandemia ma anche la preclusione ai servizi e alle prestazioni essenziali per la loro salute. Sono noti a livello nazionale non solo i morti di COVID, ma anche il numero di coloro che sono deceduti poiché non sono stati curati per le loro patologie, o per il sopravvenire di patologie improvvise che non hanno avuto risposte sanitarie.
Infatti non vi sono da parte della Asl indicazioni sulla ripresa a pieno regime dell’attività diagnostica sia al Cardinal Massaia, sia sul territorio. Ad oggi in Ospedale vengono erogati solo esami diagnostici in urgenza!
Allo stesso modo non ci sono indicazioni circa la ripresa delle attività chirurgiche, in particolare per quegli interventi non gravi, ma non per questo meno urgenti, per quei cittadini che incorrono in alcune patologie (ernie, interventi alla prostata, interventi in laparoscopia per colecistectomia ecc.) che già prima della pandemia avevano tempi di risposta lunghi e che oggi hanno raggiunto l’attesa, in previsione, di due/tre anni. Insomma, situazioni che sconfortano e demoralizzano molto coloro che attendevano e continuano ad attendere! Cosa aspetta la Direzione della Asl a stilare un progetto complessivo su visite, accertamenti diagnostici ed interventistica che, con l’adeguamento di tutti gli organici, riavvii in modo ordinario e straordinario la struttura sanitaria?
Non possiamo pensare che il Sindaco Rasero e l’Assessore Cotto non sappiano in quali condizioni versi la sanità astigiana e non giunga loro l’insoddisfazione di migliaia di cittadini in sofferenza. Forse è il caso che, al di là delle solite “comparsate celebrative”, gli amministratori cittadini si facciano carico della situazione reale di una Sanità astigiana che deve assolutamente ripartire.
Mauro Bosia (Uniti si può) Angela Quaglia (Cambiamo Asti)