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Economia

Accordo taglia costi
Lavoro 7 giorni su 7

Alla "Mista" inedito "patto firmato da sindacati e azienda. Per un anno produzione a ciclo continuo che consentirà una resa maggiore degli impianti. Protagonisti da una parte i sindacati Fim Cisl e Fiom Cgil, dall’altra la “Mista spa”, azienda con 130 dipendenti che produce componenti in plastica per il settore automotive ed elettrodomestici (annoverando clienti come Valeo, Magneti Marelli, Gate, Ariston) e che possiede anche uno stabilimento in Tunisia…

In uno scenario nazionale caratterizzato da un acceso dibattito su crisi economica, diritti dei lavoratori e difficoltà delle aziende a rimanere sul mercato a causa delle varie “zavorre” legate al “sistema Paese”, spicca l’accordo “targato Cortiglione”.
Protagonisti da una parte i sindacati Fim Cisl e Fiom Cgil. Dall’altra la “Mista s.p.a.”, azienda con 130 dipendenti che produce componenti in plastica per il settore automotive ed elettrodomestici (annoverando clienti come Valeo, Magneti Marelli, Gate, Ariston) e che possiede anche uno stabilimento in Tunisia.

Le due controparti si sono infatti accordate, nei giorni scorsi, per avviare una sperimentazione che consenta all’azienda una maggiore redditività ed eviti che venga attirata a spostare la produzione in Paesi dove i costi di produzione sono più bassi. Come? In sostanza, da questo lunedì il lavoro viene organizzato in modo che gli impianti siano utilizzati al massimo della loro capacità, ovvero 7 giorni su 7, 24 ore su 24, aumentando la produzione e riducendo i costi fissi e di ammortamento.
«E’ un’intesa inedita in Italia – spiega Tino Camerano, segretario generale Fim Cisl – in quanto prevede due deroghe al contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici, ovvero prevede turni superiori alle 40 ore settimanali e il lavoro distribuito su 7 giorni (invece che su 6), mentre per le restanti norme (ad esempio orario massimo giornaliero, pause, riposi) l’impianto non cambia. Inoltre i lavoratori possono beneficiare di significative maggiorazioni dello stipendio».

«Certo – prosegue – è una sperimentazione che va monitorata perché comunque comporta uno sforzo personale e di organizzazione familiare notevole, per cui, sebbene durerà fino al 3 novembre 2013, è stata studiata per essere concepita a passi graduali, coinvolgendo i reparti uno ad uno e stabilendo momenti precisi di monitoraggio, per verificare se si debbano apportare migliorie all’accordo».
Camerano mette in luce ancora un altro aspetto. «Questa intesa – conclude – è possibile grazie al fatto che la produzione non comporta particolare fatica fisica o rischi a livello di sicurezza in caso di stanchezza, sia per la tipologia dei pezzi prodotti sia perché la produzione è automatica».

Da parte sua, Pietro Bonaudi (Fiom Cgil) chiarisce: «Personalmente sono contrario alle deroghe al contratto nazionale, e infatti come Fiom sto raccogliendo le firme per l’abolizione dell’articolo 8 dell’Accordo interconfederale del 28 giugno 2011 che le consente. Concetto che ho ricordato anche in occasione dell’assemblea dei lavoratori cui abbiamo sottoposto l’accordo, che appunto prevede 11 ore di lavoro in più al mese, coinvolgendo il singolo lavoratore per circa 6 mesi all’anno grazie alla turnazione. Come sindacati abbiamo presentato nel dettaglio, agli operai, due bozze: la prima è stata bocciata, la seconda è stata approvata dalla prima squadra che ha cominciato la sperimentazione con 26 sì, 9 no (quasi tutte donne) e 2 astenuti. Di fronte a questi risultati, la nuova organizzazione è partita, e ovviamente monitoreremo che l’azienda mantenga gli impegni presi. Inoltre a margine dell’accordo c’è anche l’impegno a ridiscutere il premio di risultato».

Soddisfatto Luigi Costa, uno dei soci dell’azienda (insieme alle famiglie Castagneto e Priano). «L’accordo – commenta – è seguito a mesi di confronto, ma il risultato è molto positivo. La nostra esigenza, infatti, è ridurre i costi fissi e di ammortamento aumentando i volumi di produzione. Infatti, tolto il 2009, in cui il fatturato è diminuito, negli ultimi anni siamo riusciti a chiudere i bilanci in attivo, e anzi siamo cresciuti e abbiamo investito. Ora siamo pronti per accettare nuove commesse e trovare altri clienti, diversificando la produzione in questo modo: quella più complessa e automatizzata a Cortiglione; quella legata alla manualità nel nostro stabilimento in Tunisia».
«Di conseguenza – conclude – devo ringraziare i dipendenti per il senso di responsabilità e la maturità dimostrati in questa occasione».

Elisa Ferrando

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