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Economia

Giovedì lo sciopero dei metalmeccanici per il rinnovo del contratto

Proclamato da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil dopo la rottura delle trattative sull’aumento salariale. Tra le richieste la regolazione dello smart working

Giovedì lo sciopero unitario dei metalmeccanici

E’ in programma domani lo sciopero nazionale per il rinnovo del contratto di lavoro Federmeccanica, scaduto il 31 dicembre 2019. A proclamarlo, unitariamente, i sindacati di categoria Fim Cisl, Uilm Uil e Fiom Cigl. In programma quattro ore di astensione dal lavoro in uscita ma, perlomeno ad Asti, non sono in programma manifestazioni o presidi in piazza come invece capiterà in diverse città italiane.
«Abbiamo preferito, considerata l‘emergenza sanitaria in corso – commenta Silvano Uppo, segretario generale provinciale Uilm Uil – evitare situazioni a rischio assembramenti».
Lo sciopero è stato dichiarato all’indomani della rottura della trattativa tra i tre sindacati e la controparte aziendale, portata avanti a livello nazionale. Il punto di rottura si è verificato sulla questione degli aumenti nella busta paga dei lavoratori: la richiesta di incremento dell’8% avanzata dai sindacati è stata ritenuta inaccettabile dalla controparte.

I commenti dei sindacalisti

«L’aumento nel triennio precedente era stato molto basso – commenta Uppo – per cui questa volta l’obiettivo era recuperare parte del potere d’acquisto. La risposta negativa ci ha quindi portati a dichiarare lo sciopero, la cui data è significativa perché cade ad un anno esatto dalla della presentazione della piattaforma per il rinnovo del contratto».
D’accordo Salvatore Pafundi, segretario generale Fim Cisl Alessandria Asti, che aggiunge: «Undici mesi di trattativa e tredici incontri – ricorsa – non sono serviti a far emergere una proposta di aumento contrattuale adeguata. Alla nostra richiesta di inctemento dell’8%, pari a 156 euro per un lavoratore inquadrato al quinto livello, Federmeccanica ha risposto con una proposta di aumento del 2,1°, pari a 41 euro. E’ inaccettabile nei confronti di lavoratori che durante la pandemia hanno dimostrato, e stanno dimostrando, un grande senso di responsabilità. A questo proposito ricordo anche che la piattaforma insiste sulla necessità di riformare l’inquadramento contrattuale, adeguandolo ai tempi dell’industria 4.0».
«La proposta formulata da Federmeccanica e Assistal sul salario – evidenzia Mamadou Seck, segretario generale provinciale Fiom Cgil – non riconosce ai lavoratori alcun aumento, rendendo così inutile e residuale il contratto nazionale. Non possono pretendere la pace sociale negando gli aumenti salariali ai lavoratori che hanno pagato e continuano a pagare pesantemente la pandemia. L’uscita dall’emergenza sanitaria e il rilancio economico del Paese passano anche attraverso il rinnovo del contratto nazionale che garantisca diritti e reddito ai lavoratori. Va invece confermato il sistema su due livelli, con il ruolo generale del contratto nazionale sulle normative e sulla tutela del potere d’acquisto del salario, insieme alla qualificazione ed estensione della contrattazione di secondo livello aziendale e territoriale per tutte le persone che lavorano nelle imprese metalmeccaniche. Per questi motivi, chiediamo la difesa dell’occupazione con il mantenimento del blocco dei licenziamenti e il rilancio dell’industria metalmeccanica; l’incremento dell’8 % dei minimi contrattuali; la tutela della sicurezza e la salute dei lavoratori; il miglioramento e il riconoscimento delle competenze professionali; la contrattazione e la regolamentazione dello smart working e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro; la stabilizzazione dei lavoratori precari per contrastare ogni forma di dumping contrattuale. Infine ribadiamo la volontà di giungere ad un contratto in grado di rinnovare qualitativamente le relazioni industriali, avviare una nuova politica industriale, migliorare le condizioni di lavoro, tutelare l’occupazione, far ripartire gli investimenti pubblici e privati».

Elisa Ferrando

 

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