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Presidio sindacati pensionati 2019
Economia

Sindacati dei pensionati in piazza contro la manovra del Governo

Presidio di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil che hanno protestato per il sistema di “raffreddamento” della rivalutazione delle pensioni superiori a 1.522 euro lordi

In piazza

In piazza per protestare contro la manovra finanziaria del Governo che «mette le mani in tasca ai pensionati».
Protagonisti, nei giorni scorsi, i sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, che anche ad Asti hanno voluto far sentire la propria voce con un presidio in piazza Alfieri.

I motivi della protesta

Ragione principale della protesta il fatto che «la manovra finanziaria, invece che intervenire per creare lavoro e stimolare crescita e sviluppo, produce una riduzione del reddito».
«Il nuovo Governo – fanno sapere i sindacati – non ha rispettato gli accordi sottoscritti e ha scelto di attingere dalle pensioni per finanziare le altre misure promesse in campagna elettorale. Dopo 10 anni di rivalutazioni praticamente bloccate, infatti, ha introdotto un nuovo sistema di “raffreddamento” della perequazione per le pensioni superiori a tre volte il minimo, cioè per gli assegni pari a 1.522 euro lordi mese (che corrispondono a 1.200 euro netti), oltre al prelievo straordinario di solidarietà per le cosiddette “pensioni d’oro”».
«Il tutto – continuano – disconoscendo quanto pattuito dai sindacati con il Governo precedente, accordo che doveva ripristinare dallo scorso 1° gennaio un meccanismo di rivalutazione in grado di tutelare il potere d’acquisto dei pensionati».

I commenti dei sindacalisti astigiani

«A livello nazionale – ha ribadito Beppe Castino (Fnp Cisl) – i sindacati pensionati avevano sottoscritto un accordo con il Governo Gentiloni per modificare il sistema di rivalutazione e tutelare maggiormente i pensionati. Peccato che la manovra finanziaria del Governo attuale non l’abbia preso in considerazione per gli assegni superiori a 1.522 euro lordi, per i quali è previsto un abbattimento progressivo della perequazione. Ancora una volta, quindi, il Governo attinge dalle casse dei pensionati, dalle pensioni del ceto medio, dando un segnale negativo. Infatti se si riduce il potere d’acquisto la sbandierata ripresa economica non potrà mai cominciare».
A tracciare l’identikit di chi non potrà beneficiare della rivalutazione delle pensioni Pier Mario Coltella, segretario provinciale Spi Cgil. «Deve essere chiaro – ha affermato – che non siamo scesi in piazza, ad Asti come in tutta Italia, per difendere i pensionati ricchi o privilegiati, perché a vedersi tagliare la perequazione sono i pensionati che percepiscono dai 1.522 euro lordi al mese a salire. E questo perché è più facile cercare risorse dal “capitolo pensionati” che non attuare la sbandierata battaglia all’evasione fiscale. Come abbiamo ribadito nel corso dell’incontro in Prefettura in occasione del presidio, chiediamo quindi al Governo di sedersi al tavolo e confrontarsi con le sigle sindacali dei pensionati su diverse questioni rimaste in sospeso, dalla rivalutazione degli assegni all’età pensionabile».
Tra i temi da affrontare, secondo il segretario territoriale Uilp Uil Piero Valpreda, ci sono anche previdenza, welfare e sanità «per la cui difesa dobbiamo scendere in campo».
I sindacati pensionati, a questo proposito, si dichiarano «contro la politica governativa a cui piace parlare di reddito di cittadinanza ma che che non dice nulla sulla necessità di rilanciare una legge sulla non autosufficienza e un’assistenza efficace».
Tutte questioni di cui i rappresentanti delle tre sigle sindacali hanno parlato durante il presidio e hanno illustrato all’incontro in Prefettura dove, al termine della manifestazione, è stata accolta la delegazione composta da Aldo Rizzone e Clelia Baino (Uilp Uil), Carmen Soffranio e Beppe Castino (Fnp Cisl), Pier Mario Coltella e Aurora Sabatini (Spi Cgil).

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