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Quaglia: «Sul Mercato Coperto di Asti solo annunci e pressappochismo»

Annunci e pressapochismo paiono essere le caratteristiche più salienti dell’attività amministrativa della Giunta Rasero.

Tutti ricordano gli slogans enunciati in  campagna elettorale: chiusura dei campi nomadi;  sicurezza a 360 gradi; più decoro e pulizia della città; recupero dei vecchi contenitori ( ospedale e maternità); Asti capitale italiana delle cultura ; rilancio del mercato coperto ecc.

Ci sarebbero molti altri argomenti sui quali l’azioni amministrativa non è stata coerente con le promesse effettuate.

Cominciamo dal mercato coperto di piazza Libertà.

La situazione è davvero molto seria: su un totale di 24 banchi disponibili oggi 11 sono vuoti.

La parte di edificio che ospitava la Croce verde sta cadendo a pezzi e non c’è traccia di un disegno di recupero e valorizzazione!

E dire che i mercati coperti di altre città ( Torino, Milano, Firenze solo per stare in Italia) hanno successo, clientela e prospettive.

Ad Asti, invece, non si muove nulla…salvo annunciare, ( magari nella prossima campagna elettorale) , che la struttura verrà rilanciata e portata a livelli di eccellenza.

Peccato che ormai non ci crede quasi più nessuno!

In questi tre anni (abbondanti) di amministrazione Rasero sono state molte le sollecitazioni che da parte della sottoscritta e della minoranza in generale sono state presentate, anche perché la struttura, così centrale, si presterebbe moltissimo ad una esposizione/vendita di prodotti astigiani di eccellenza,.così come si presterebbe benissimo ad ospitare, nei locali dell’ex croce verde, un’enoteca di vini astigiani che, quando ripartirà il turismo, potrebbe costituire un’ ottima possibilità di degustazione e vendita oltre che uno spazio di relax gradito a tutti.

Ma in questi anni le risposte sono state a loro volta degli annunci.

-“Bene o male” ci penseremo, vedremo, faremo- le risposte dell’assessore.

Il tempo è quasi scaduto ed è ora di dare risposte agli operatori che aspettano da anni indicazioni precise.

Occorre pensare al recupero dell’edificio, ad una strategia di marketing efficace, ad eventi che facciano conoscere il servizio…

A meno che ( a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca,,,) non si voglia demotivare completamente gli operatori rimasti e poi vendere la struttura a qualche grande marchio commerciale.

In fondo, ieri in Consiglio Comunale è stato approvato ( a maggioranza) il nuovo regolamento per le alienazioni di beni pubblici e considerando che il Comune è perennemente a caccia di risorse…

Gli indizi ci sono tutti e tutti sanno che tre indizi fanno una prova.

Siamo in attesa di fatti, le parole ci hanno stancati, e non solo da oggi!

Con viva cordialità

Angela Quaglia – CambiAMO Asti

Il direttore risponde:

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