Un ciuffo d’erba che negli ultimi anni ha saputo conquistare paesaggisti e giardinieri con le sue ineguagliabili doti
Rustica, indipendente e spettinata, ideale per ricreare un giardino dall’effetto naturale mescolata ad altre poacee, sedum o erbacee da fiore altrettanto rustiche come echinacea, gaillardia, rudbekia, carota e achillea. Nei roof garden di città, su balconi e terrazzi, l’abbinamento più riuscito è con essenze a contrasto, come ordinate e verdissime sfere di bosso, arredi dalle linee pulite e materiali industriali come l’acciaio, il vetro e il corten.
Stiamo parlando della Stipa tenuissima, un ciuffo d’erba che negli ultimi anni ha saputo conquistare paesaggisti e giardinieri con le sue ineguagliabili doti: resistenza agli sbalzi termici, basse esigenze idriche, adattabilità a diversi tipi di terreno e, soprattutto, l’attitudine a risolvere con stile i “buchi”, restituendo un po’ di naturalezza a un’aiuola anonima. La Stipa tenuissima, insieme ad altre 300 specie di erbacee perenni, sempreverdi o decidue, appartiene al genere delle Poaceae, originarie delle zone temperate.
La Stipa tenuissima è alta 60-100 cm, ha foglie sottilissime, giallo paglia d’estate, e infiorescenze simili a spighette appiattite, leggere e setose al tatto, dalle quali si disperdono semi scuri pronti a germinare in nuove piantine minute e verdissime. Mettetela a dimora in autunno, in una buca in pieno sole grande il doppio il pane di terra, aggiungete sul fondo cocci o ghiaia, introducete la zolla e ricoprite con la terra di scavo. Dopo l’impianto e l’estate successiva andrà annaffiata abbondantemente ogni due settimane, dopodiché non sarà più necessario irrigare. A fine inverno le stipe vanno pettinate per eliminare il secco con un pettine a denti larghi.
Prediligono un clima temperato-mediterraneo, ma sopportano senza difficoltà temperature fino a -15°C, così come il caldo intenso. La Stipa tenuissima può essere moltiplicata per divisione del cespo: dopo aver estratto la pianta dal terreno si taglia esattamente a metà, si elimina la parte centrale imbrunita e si ripiantano le due porzioni a una distanza di 40-50 cm l’una dall’altra.