Il racconto della sua carriera sportiva potrebbe diventare la trama di un romanzo ricco di colpi di scena. Ha vissuto e vive da artista, perche lui un artista lo è davvero. Stiamo parlando di Massimo
Il racconto della sua carriera sportiva potrebbe diventare la trama di un romanzo ricco di colpi di scena. Ha vissuto e vive da artista, perche lui un artista lo è davvero. Stiamo parlando di Massimo Berruti, il più grande campione di sempre nella disciplina della pallapugno (lex pallone elastico per intenderci) nato e cresciuto nella provincia astigiana.
Berruti viene alla luce in quel di Rocchetta Palafea nel 1948, il 16 marzo. Comincia a giocare alletà di nove anni, contagiato da padre, zio e cugini. Debutta nel 61 con la maglia dellAliberti, formazione del suo paese. Durante il suo percorso nelle categorie giovanili vince quattro titoli tricolore. Prima apparizione in A nel 68, alletà di 20 anni: è il capitano dellU.S. La Torre di Cairo Montenotte ed ha quale spalla il leggendario Franco Balestra. Nel suo palmares sei scudetti, il primo nel 73 e lultimo nell81. In mezzo i titoli del 74, 76, 78 e 80.
Durante la sua militanza a Monastero Bormida Berruti attira tifosi da tutto lastigiano, dallacquese e dalla zona di Alba. Nel 77, durante una partita a Cervere, viene colpito da una trombosi ascellare. Il medico che lo visita gli dice: «Purtroppo stai per morire». La risposta: «Non facciano scherzi». A salvarlo fu il dottor Silvestrini, che prima lo strappò alla morte e poi evitò che gli venisse amputato il braccio.
Il suo più grande avversario è stato Felice Bertola. Berruti ha giocato fin nel 1991 e negli ultimi anni ha svolto le mansioni di direttore tecnico prima del Bubbio e poi della Castagnolese, formazioni di serie B.
Massimo Elia