Dopo il traliccio di via Micca, esplode il caso nella zona di strada Fortino
La battaglia contro l’installazione di nuove antenne per telefonia mobile, iniziata in via Pietro Micca dopo la costruzione di un ripetitore davanti al condominio Belvedere, ma su terreno comunale, trova un nuovo fronte di scontro. In questo caso, il traliccio non è stato ancora issato, ma la zona è già stata trincerata. Il copione è più o meno simile al precedente caso: Iliad, la compagnia telefonica, ha cercato varie zone dove piazzare le sue antenne e anche in questo caso la scelta è caduta su un terreno del Comune. Siamo in via Borsarelli di Rifreddo, angolo via Bussano, non lontano da strada Fortino. La zona è proprio davanti alla sede della Cassa Edile ed è qui che il cantiere si è aperto per l’installazione della nuova antenna senza che i residenti ne sapessero nulla.
«Negli ultimi giorni i lavori sembrano essersi fermati, ma ovviamente se li hanno iniziati è perché dispongono dell’autorizzazione del Comune che però non ha mai informato i cittadini di questa scelta» commenta uno degli abitanti a nome di un imminente comitato spontaneo pronto a schierarsi contro l’edificazione del traliccio. Ci sono vari motivi per cui i residenti chiedono al sindaco Rasero di intervenire per bloccare i lavori della Iliad: «In questa zona – continuano – sono già state installate diverse antenne, ad esempio sul tetto dell’ex hotel Salera e in via Borselli, quindi non ci sembra giustificato l’arrivo di quest’ultimo ripetitore. Abbiamo intenzione di chiedere tutte le certificazioni dei livelli globali di emissioni tenuto conto di tutte le antenne di telefonia presenti in quest’area e valuteremo se sul sito identificato per erigere il traliccio ci possano essere impedimenti, come la presenza di una scuola materna poche centinaia di metri più avanti».
Un’interpellanza in Consiglio comunale
La battaglia delle antenne, compresa quella in via Pietro Micca che, pur autorizzata, rappresenta un pugno in un occhio sullo Skyline del quartiere a ridosso dell’università, si è già spostata in Consiglio comunale.
Mario Malandrone (Ambiente Asti), Mauro Bosia con Michele Anselmo (Uniti si può) e Angela Quaglia (CambiAMO Asti) hanno presentato al sindaco un’interpellanza urgente per conoscere l’iter amministrativo delle autorizzazioni necessarie a costruire le nuove antenne telefoniche.
I quattro consiglieri ricordano che il sindaco, nelle comunicazioni in streaming del 1° maggio, disse che erano stati individuati «tre siti di proprietà comunale, anche perché la normativa nazionale ci chiede di valorizzare il patrimonio immobiliare non solo in occasione delle alienazioni, ma anche attraverso le rendite ottenute dalla concessione di immobili di proprietà comunale». Una scelta che se non fosse stata presa dal Comune, sarebbe stata fatta «da un privato» causando la perdita della rendita per l’Ente pubblico. I consiglieri chiedono, quindi, di conoscere quali siano i pareri dell’Arpa e della Provincia in merito alle ultime installazioni e del possibile impatto ambientale, se esista una pianificazione su altre zone della città per future antenne, se i cittadini e le associazioni ambientaliste siano state o saranno coinvolte nelle scelte, se sia corretto che il Comune operi mettendo le rendite finanziarie in primo piano, come un privato cittadino e quanto guadagnerà dalla concessione delle aree su cui saranno attivate le nuove antenne di telefonia mobile.
Una risposta
Sarebbe interessante sapere quanti di questi paladini del nostro benessere siano coerenti con quello che chiedono. Dubito che nessuno di loro non possieda uno o più terminali di telefonia mobile,con il quale si trastulla di giorno e di notte lo ripone sul comodino, chissà quanti hanno una connessione internet tramite cavo o fibra e utilizzano un modem/router che non abbia il wifi ,magari per sfruttare appieno le caratteristiche del loro smart tv, senza dimenticare che i campi elettromagnetici sono generati da qualunque apparecchio funzioni a corrente, compresa la graziosa radiosveglia che sta li, a pochi centimetri dalla loro testa, tutte le notti e tutto l’anno, si preoccupano della salute dei bambini…e poi li lasciano giocare con tablet e smartphone fin dalla più tenera età, vantandosi con amici e parenti di quanto siano bravi ad usarli nonostante siano così piccoli.