È scontro in Consiglio comunale sul Regolamento relativo alla politica tariffaria dei nidi comunali. A richiamare l’attenzione di alcuni consiglieri di minoranza (Briccarello, Bosia, Malandrone e Miroglio) sono le norme che definiscono la gestione del mancato pagamento di una retta o del ritardo nel saldare al Comune quanto dovuto. I consiglieri, che hanno depositato un’interpellanza, evidenziano l’inasprimento delle regole sulle politiche tariffarie e lo fanno dopo aver ricevuto delle segnalazioni da parte di alcuni genitori rimasti indietro con il pagamento delle rette. Proprio ai genitori il Comune ha fatto pervenire una comunicazione, spiegando loro l’iter per mettersi in pari con i versamenti.
«Il nuovo Regolamento, a detta della suddetta comunicazione – raccontano i consiglieri – riporta che “le fatture devono essere pagate alla loro scadenza, indicata sul documento; nel caso di mancato pagamento, alla scadenza l’utente sarà sospeso dalla frequenza al nido per 5 giorni, previa raccomandata. Qualora entro i 5 giorni di sospensione la fattura non venisse pagata, si procederà alla dimissione definitiva dal servizio”». Per i consiglieri di minoranza il Regolamento in questione non sarebbe disponibile on line sul sito del Comune (quello generale è presente all’indirizzo https://asti.etrasparenza2.it/archivio19_regolamenti_0_1549.html), ma la norma indicata nella comunicazione ai genitori non prevederebbe un adeguato periodo di tolleranza per i ritardatari, né la possibilità di regolarizzare la propria posizione dopo i 5 giorni di sospensione.
Non solo. L’opposizione denuncia anche un ritardo nell’invio della comunicazione sulla rata di settembre motivo per cui si andrebbe a sovrapporre con quella di ottobre. Per questi motivi i consiglieri hanno chiesto delucidazioni all’amministrazione comunale chiedendole se non ritenga che 5 giorni (di preavviso ndr) siano davvero pochi perché le famiglie potrebbero, per svariati motivi e senza malafede, non riuscire a effettuare il saldo della retta nella data prevista.
L’assessore Bologna: «Stiamo parlando di un solo caso aperto, ma il Comune è sempre venuto incontro a tutti»
Per l’assessore all’Istruzione Loretta Bologna il caso denunciato dalla minoranza «è stato molto ingigantito perché, su circa 270 iscritti ai nidi comunali, abbiamo contattato telefonicamente 20 famiglie rimaste indietro con i pagamenti, di cui 17 si sono già messe in regola. Delle tre restanti, una signora ha pagato oggi, un’altra aveva lasciato un indirizzo di posta elettronica sbagliato, quindi non aveva ricevuto la mail di cortesia che mandiamo quando la telefonata non produce effetti. Resta solo un caso, ma domani mattina incontrerò la mamma della bimba iscritta».
L’assessore, però, non ci sta a far passare l’amministrazione comunale e gli uffici insensibili ai vari problemi che potrebbero sorgere nel pagamento delle rette. «La mamma del caso ancora aperto già l’anno scorso aveva avuto ritardi nei pagamenti e, secondo quanto sappiamo, ha anche diritto al bonus nido per l’intera quota – spiega l’assessore – Faccio presente che gli uffici, in caso di inadempienza nei pagamenti, chiamano il genitore al telefono, poi mandato una mail di cortesia, quindi una raccomandata e solo dopo il ricevimento della stessa scattano i 5 giorni lavorativi per mettersi in regola. Questo viene fatto per evitare che si accumulino più mensilità e che quindi diventi più difficile pagarle. Non lasciamo a casa i bimbi da un giorno all’altro».
Poi rivolge una stoccata ai consiglieri che hanno fatto esplodere il caso: «Mi meraviglio che alcuni dei consiglieri abbiano firmato quell’interpellanza dal momento che sono perfettamente a conoscenza del Regolamento che io stessa ho illustrato, a suo tempo, in commissione e in Consiglio comunale».
Una risposta
Sinceramente non ci trovo nulla di strano.
Se il servizio non viene pagato, non vedo perchè si debba continuare ad erogarlo.