Ad Asti insorgono le forze di opposizione dopo l’annuncio del sindaco Maurizio Rasero di aver approvato, con una delibera di indirizzo votata in Giunta, quale sarà il percorso del Caso (Collegamento Asti Sud/Ovest) che verrà indicato ad Anas per avviare lo studio di fattività dell’opera. Cinque erano stati i tracciati suggeriti dall’Anas al Comune di Asti e alla Regione Piemonte, ma solo uno deve diventare oggetto di uno studio più approfondito.
Il problema, però, sono i modi con cui si è arrivati alla scelta del percorso giallo, comunque quello più scontato, per il quale l’amministrazione Rasero presenterà all’Anas alcune richieste di integrazione ed eventuali modifiche. Modifiche arrivate dal confronto con cittadini, imprenditori e associazioni di categoria, come la Coldiretti. Giovedì pomeriggio, però, si terrà una commissione congiunta tra le forze del Consiglio comunale; una riunione che, in teoria, dovrebbe essere di confronto sulla pratica prima del suo passaggio in Consiglio comunale. Ma, se la decisione sul tracciato giallo è già stata presa, a che servirà la commissione? E la discussione in aula? È su questo che le opposizioni sono insorte puntando il dito contro Rasero.
«Il sindaco ci aveva detto che la decisione l’avremmo presa insieme: – commenta il consigliere di Ambiente Asti, Mario Malandrone – quindi minoranze maggioranza insieme, quindi con un Consiglio comunale che dava mandato al sindaco e alla Giunta di esplorare un possibile tracciato non impattante che lui paragonava alla strada Laverdina. Un’ipotesi molto lontana dall’ipotesi gialla, quindi una strada teoricamente non impattante cosa che il percorso giallo non è. Questo non è sicuramente uno spirito democratico, non è un dialogo democratico su un’opera che andrà a impattare sulla zona sud della città. Aveva detto in Consiglio che ci sarebbe stata l’occasione per ascoltare proprio il Consiglio e poi avremmo fatto una proposta ad Anas di revisione del tracciato. Invece è andata al contrario, è passato in Giunta, passa in commissione e poi passa in Consiglio e lui metterà, come dire, “la tagliola” per impedirci di fare ostruzione con emendamenti, con pregiudiziali allo svolgimento del Consiglio stesso. Quindi di fatto stiamo parlando di un clima non democratico, di un sindaco che ci dice una cosa e ne fa un’altra».
Parole di fuoco anche da parte del Pd di Asti che non risparmia a Rasero le sue sferzanti critiche. «Qui siamo al limite della presa in giro. Anzitutto i costi: l’opera, così come è stata pensata da Anas, costa almeno 200 milioni di euro. Ad oggi ci sono la metà dei soldi necessari. È come se sognassi una villa di 10 stanze, ma avessi solo i soldi per un bilocale. Nè il Comune nè la Regione sono in grado di dire dove prenderanno i soldi che mancano e iniziare una progettazione senza sapere se e quando arriveranno i soldi è folle, oltre che irresponsabile – commenta il consigliere Michele Miravalle – I tempi: Asti ha bisogno di soluzioni per risolvere il traffico oggi, non tra 8 o 10 anni, che è il tempo previsto per la costruzione del Caso, ammesso che non ci sia neanche un giorno di ritardo. L’utilità: con i soldi a disposizione, 100 milioni di euro, si sarebbero potute immaginare soluzioni utili a risolvere i nodi del traffico cittadino».
Per il Pd l’amministrazione dovrebbe, al posto del Caso, creare un collegamento tra corso Alba e piazza Amendola con sovrappasso della ferrovia Torino-Genova; un’alternativa leggera e urbana a viale Don Bianco, corso Don Minzoni e corso Torino sfruttando il lungo Borbore (strada Falletti) che colleghi la zona sud dell’Astigiano al casello Asti Ovest; il collegamento tra via Torchio e San Fedele e quindi con la tangenziale esistente; il completamento del collegamento tra via Cuneo e il cavalcavia Giolitti e contrattare con Autostrade la gratuità del tratto tra Asti Est e Asti Ovest.