Cerca
Close this search box.
EE5A4E35-C39A-48DA-9F34-BED8BD65FD66
Attualità

Coronavirus, ricoverati altri due anziani astigiani del gruppo di Alassio

Hanno entrambi oltre 80 anni

Poche ore fa

Altri due anziani ritornati un giorno fa dal soggiorno marino di Alassio e posti in quarantena perché risiedevano all’Hotel Bel Sit hanno accusato sintomi importanti di Covid 19 tanto da determinarne il ricovero all’ospedale di Asti.

Non ci sono comunicazioni ufficiali sul loro stato di salute, si sa solo che sono ultraottantenni. Salgono così a sei i pazienti ricoverati per coronavirus all’ospedale astigiano.

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Una risposta

  1. Asti
    “Un viaggio da incubo e adesso lasciati soli”

    Le proteste dei familiari degli anziani riportati a casa da Alassio durante la notte
    Pubblicato il
    01 Marzo 2020

    ASTI

    «Un’odissea che avrebbe messo a dura prova me, figuriamoci mia madre che ha 78 anni. E’ arrivata a casa all’una di notte, era distrutta. L’hanno lasciata in cima alla strada, in pigiama. Tremava dal freddo, dopo tante ore di viaggio in una piccola ambulanza senza riscaldamento e senza nemmeno una coperta. Ma cose si fa a trattare così le persone? Per giunta anziane? Che vergogna». Loredana è la figlia di una delle astigiane ospiti dell’hotel di Alassio e risultate positive al test del corona virus. Ricoverata all’ospedale San Martino di Genova, è stata caricata alle otto di sera su un mezzo e, senza preavviso, portata a casa a Rocca d’Arazzo.

    «Nessun avviso»

    «Nessuno ci ha avvisato – prosegue – Lo abbiamo saputo per caso grazie a una cugina che vive a Genova ed è andata in ospedale a chiedere notizie. Altrimenti sarebbe arrivata a casa, dove vive da sola, senza nemmeno le chiavi per aprire la porta visto che tutti i suoi effetti personali sono stati requisiti prima di uscire dall’hotel. Compreso l’apparecchio acustico, la carta di credito, le medicine per il cuore e la pressione. E’ arrivata senza nulla. E a noi parenti hanno solo detto di non avvicinarci. Or a lei è da sola, chiusa in casa. E’ follia». L’unica indicazione ricevuta dalla donna è stata quella di chiamare il 118 oppure l’ospedale di Asti in caso di malore.

    L’apparecchio acustico

    «Ho contattato i proprietari dell’hotel per riavere almeno l’apparecchio acustico e mi hanno detto che non possono far uscire nulla dall’albergo, e anche loro sono chiusi dentro con tutto il personale. Ho contattato anche il medico di base per avere le impegnative dei farmaci che deve assumere tutti i giorni, ma anche lui non può avere contatti con mia madre. Se continua così non guarisce di certo». La cugina della donna, in vacanza anche lei ad Alassio, è stata invece portata a Torino dove vive con i figli. «I miei cugini hanno un appartamento: non potendo entrare in contatto con i familiari, mia zia ha girato fino alle 4 del mattino sul mezzo che poi l’ha lasciata in una caserma del quartiere Le Vallette. Al momento è lì, è l’unica donna e mia cugina non può neanche vederla». L’episodio di Rocca d’Arazzo non è stato un caso isolato.

    Arrivata a mezzanotte

    «Ce l’hanno portata a mezzanotte, partita alle 18 dalla Liguria senza soste nemmeno per andare ai servizi. Mia suocera ha 84 anni e nell’hotel di Alassio ha passato giornate difficili: nessuno degli anziani in quarantena ha avuto informazioni, per non parlare delle colazioni con la bustina di tè da fare con l’acqua calda del rubinetto». A riferirlo è il genero di una delle villeggianti astigiane, che punta il dito contro «la disorganizzazione e la cattiva gestione dell’emergenza, la mancanza di una catena di comando». E aggiunge: «Sarebbe servito un rientro con altre modalità. In casi come questi devi avvisare le famiglie: non puoi dire a una donna di 84 che è positiva e asintomatica senza spiegarle meglio, perché arriva a casa e pensa di stare bene, fraintendendo il significato di positività. La sensazione è che abbiano scaricato sulle famiglie queste 30 persone. Nonna è autosufficiente, vive da sola nel nostro stesso condominio: per fortuna in famiglia siamo in tanti e possiamo coordinarci. Ma chi non ha famigliari che gli spiegano come comportarsi? Chi gli spiega che non bisogna uscire per 15 giorni? Per sicurezza abbiamo anche avvisato gli altri abitanti del condominio. Ma gli anziani che abitano con i figli come posso affrontare questa quarantena?».

    «Nessun controllo»

    E sui controlli aggiunge: «Finora nessuno è venuto a verificare le condizioni». Nei giorni scorsi il sindaco Rasero ha contattato villeggianti e famigliari: «Ha voluto rassicurarci, gesto che abbiamo apprezzato. Ma non è compito del sindaco gestire queste situazioni». Il pensiero va anche alla prima ipotesi, quella di portare i nonni in una struttura: «Sarebbe stato meglio utilizzare la casa del Pellegrino di Villanova una sistemazione protetta».

Edizione digitale