Si è tenuto al Foro boario di San Damiano un corso per la formazione di operatori specializzati nel contrasto alla proliferazione dei cinghiali che ormai costituiscono una seria fonte di preoccupazione per gli agricoltori, ai quali spesso devastano le coltivazioni. Relatori del corso, organizzato dall’Ambito Territoriale Caccia del Nord e del Sud Astigiano, sono stati la dott.ssa Laura Cavallero, la guardia venatoria Giorgio Manina, il veterinario Fulvio Brusa, dirigente dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, e Flavio Duretto, presidente dell’Associazione Libera Caccia.
«Il corso di San Damiano – spiega Antonello Murgia, presidente degli Ambiti territoriali ATC1 e ATC2 – fa seguito a quello già svoltosi a Nizza Monferrato e sarà seguito dal corso che si terrà a Montiglio il 4 febbraio; altri se ne organizzeranno nei prossimi mesi per formare il maggior numero di persone possibile. In questi tre corsi saranno preparate complessivamente oltre 220 persone, che si occuperanno di contrastare la crescita del numero di cinghiali. Il corso è rivolto sia ai cacciatori in squadra sia agli agricoltori con porto d’armi che intendano difendersi dalle incursioni dei cinghiali nei propri campi.
I cacciatori in squadra, con autorizzazione provinciale, potranno operare anche a caccia chiusa: gli agricoltori potranno utilizzare le loro armi, sempre se autorizzati, oppure sistemare le gabbie di cattura, che si potranno utilizzare solo dopo aver fatto il corso di formazione. Infine, gli agricoltori potranno delegare ad un cacciatore il compito dell’abbattimento dei cinghiali. L’organizzazione dei corsi è stata fortemente richiesta dalle associazioni degli agricoltori, proprio per gli ingenti danni causati dai cinghiali, che in questo momento rappresentano anche un grave pericolo di diffusione della peste suina africana, che può causare danni enormi agli allevamenti di suini, in cui tutti gli animali dovrebbero essere abbattuti. Le gabbie di cattura, in questo momento così a rischio, sono probabilmente il miglior metodo».
Il contagio della peste suina può essere diffuso anche dal contatto casuale ed inconsapevole di una scarpa o di una ruota con materia organica del cinghiale: portata in un luogo in cui si trovano maiali la malattia, che fortunatamente non è pericolosa per l’uomo, si sviluppa in modo rapidissimo ed è letale per i suini.
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