Non si vedono da gennaio
Un’altra storia di lontananza arriva da Pino d’Asti, piccolo comune a nord della provincia il cui sindaco, Aldo Marchisio, vive la separazione forzata dalla moglie Svetlana, ucraina. Uniti in matrimonio da un anno e mezzo, la coppia si è sempre divisa fra le colline astigiane e la piccola città in cui la donna gestisce una locanda con annesso negozio di alimentari, unico punto di riferimento per l’approvvigionamento di beni di prima necessità degli abitanti di quella zona periferica.
Prima della chiusura delle frontiere, Aldo e Svetlana non passavano più di un mese e mezzo senza vedersi. Qualche volta era lui che si recava in Ucraina, altre era lei che lo raggiungeva in Italia.
Solo videochiamate
Il Covid ha cambiato tutto.
«E’ da metà gennaio che non possiamo incontrarci – racconta Aldo Marchisio – Da allora ci parliamo solo su Skype o in videochiamata whatsapp».
Comunicazioni digitali in cui passa tutta la reciproca apprensione per quanto sta succedendo.
Apprensione per il rischio contagio in Ucraina
«Lì all’inizio non c’era la percezione della pericolosità di questa pandemia e Svetlana, che fa un lavoro a contatto con il pubblico, si è dovuta comprare mascherine e guanti su internet per non rischiare il contagio. E ha dovuto lottare per convincere i suoi clienti ad entrare uno per volta nel negozio. Ora finalmente l’hanno capita e anche loro indossano le mascherine, ma si tratta di gente molto modesta, per la quale è un sacrificio anche l’acquisto dei dispositivi di protezione».
Incertezza su quando potranno incontrarsi di nuovo
Grande l’incertezza su quando potranno rivedersi.
«Hanno fermato aerei e treni e non si sa quando riprenderanno le linee e con quali regole – prosegue Marchisio – Inoltre bisogna tener conto dei “rischi” di quarantena che possano essere imposti a chi entra ed esce da Italia e Ucraina una volta riaperte le frontiere. E’ difficile stare così lontani, non è mai capitato da quando ci siamo conosciuti».