Fa discutere tra gli amministratori locali aver appreso che tra le varie ipotesi utili a chiudere il campo rom di Asti c’è anche quella di coinvolgere i mediatori immobiliari per trovare possibili soluzioni abitative, in prevalenza cascine o case di campagna, da offrire in vendita ai nomadi.
Non un progetto in via esclusiva per i residenti del campo rom di via Guerra, ha spiegato il vice sindaco Marcello Coppo, ma per coloro che, in determinate condizioni sociali, sarebbero interessati ad acquistare una casa, compresi i rom. Coppo ha voluto precisare che l’idea, ufficializzata dopo un primo contatto con il referente dell’associazione che rappresenta gli intermediari, nasce per evitare di dover allestire un nuovo campo nomadi temporaneo, questa volta con tende, e gestito probabilmente dalla Croce Rossa.
Ma l’ipotesi del vice sindaco Coppo, tutt’altro che certa, ha messo in allerta alcuni amministratori che “temono” l’eventuale dispersione dei rom residenti ad Asti in altri comuni della provincia.
Cascine da acquistare, a un costo non superiore a 20.000 euro, magari da ristrutturare, potrebbero infatti esistere in alcuni paesi, ma l’arrivo di uno o più nuclei rom in piccoli contesti sociali potrebbe causare anche alcune criticità alle quali fare fronte.
Il presidente della Provincia di Asti, Paolo Lanfranco, è anche sindaco di Valfenera e sull’eventualità di dislocare le famiglie rom di Asti nel resto della provincia nutre qualche perplessità. «È una problematica complessa – commenta – e purtroppo abbiamo già visto che in alcuni paesi dove si è presentata la questione, come Castagnole delle Lanze o Grana, i sindaci hanno dovuto affrontare una serie di problemi e criticità non banali. Credo che si corra il rischio, così facendo, di moltiplicare sul territorio le problematiche che già si vedono nell’attuale campo rom, senza però avere adeguati strumenti per gestirle».
In primis le questioni legate alla sicurezza, ma anche la gestione dei minori rispetto all’obbligo scolastico, la sanità e ovviamente tutto ciò che comporterebbe, per un piccolo paese, un piano di integrazione tra le famiglie rom e il resto della comunità.
I proprietari di cascine e case vuote che volessero vendere ai rom non hanno particolari obblighi legali verso gli altri residenti, ma il sindaco di Castagnole delle Lanze, Carlo Mancuso, è tra i primi a non trovare percorribile questa eventuale “dispersione” da via Guerra al resto del territorio.
«Il problema non è tanto la casa dove vivono, ma come si interfacciano con il paese – commenta Mancuso – A Castagnole delle Lanze era venuta a vivere una famiglia rom e devo dire che non è stato per nulla facile rapportarsi con lei. Alla fine la cascina che i rom avevano acquistato – conclude – è stata rivenduta a un’altra persona e loro si sono trasferiti». E c’è già chi chiede che dell’eventuale progetto di vendita degli immobili alle famiglie rom se ne parli in Prefettura in un prossimo incontro del Tavolo della sicurezza.
Riccardo Santagati
2 risposte
HANNO RAGIONE GLI AMMINISTRATORI LOCALI …….SPERIAMO CHE IL VICE SINDACO CI PENSI BENE PRIMA DI DECIDERE SULA PROPOSTA FATTA IN CONSIGLIO……..
È l’ennesima dimostrazione del fatto che, da un certo livello in sù, i nostri polici vivono su un altro pianeta….