La Cisl di Asti chiede percorsi sicuri per la riabilitazione dei pazienti Covid
Anche la Cisl, per voce dei sindacalisti Stefano Calella (segretario generale aggiunto Alessandria – Asti), Sergio Melis e Alessandro Delfino (Funzione Pubblica Alessandria – Asti), si interroga su dove sia meglio mettere i malati di Covid-19, non più gravi, per liberare i reparti dell’ospedale occupati dai pazienti positivi in via di guarigione. La CGIL e la Uil hanno espresso opinioni discordanti (Casa di Riposo Città di Asti, ospedale di Verduno), ma la Cisl preferisce fare un discorso più esteso su ciò che dovrà essere garantito loro.
“Sono persone che dopo la fase acuta della malattia necessitano di un periodo di convalescenza in attesa di raggiungere la negativizzazione del tampone. – spiegano dal sindacato – Il principio è il medesimo delle altre patologie ma con le attenzioni necessarie che occorrono nel caso specifico. Siamo ormai nella “Fase 2” successiva a quella di emergenza sociale; diventa importante la graduale ripresa delle attività ospedaliere al Cardinal Massaia, ma risulta fondamentale attivare tutte le operazioni per garantire la sicurezza di lavoratori e pazienti a partire dalle sanificazioni straordinarie, al corretto utilizzo dei DPI per giungere alla individuazione di percorsi dedicate, zone protette e personale dedicato anche nelle fasi successive. Al contempo occorre individuare luoghi di riabilitazione per Covid + (ma ce n’è un grande bisogno anche per altre patologie), e ciò fa parte dell’unico obiettivo di costruire una reale sanità territoriale che garantisca la presa in carico del paziente in ciascuna fase della malattia. È allora chiaro che non è naturale cercare soluzioni lontane, episodiche o irrealizzabili, al contrario serve individuare e implementare risposte sul territorio e diventa imprescindibile coinvolgere i medici di base, che sono l’anello chiave della fase post patologia”.
Per la Cisl serve “favorire il ritorno nelle strutture di provenienza per i pazienti provenienti da RSA anche per garantire le adeguate attenzioni al benessere delle persone”.
Ma dove mettere queste persone? L’abbiamo chiesto proprio al segretario generale aggiunto Stefano Calella: “Non alla Casa di Riposo “Città di Asti”, a causa dei tempi lunghi, autorizzazioni, adeguamento – risponde – ma piuttosto, secondo me, bisogna continuare nel progetto di ospitarli nell’ex clinica San Giuseppe o al massimo all’ospedale di Nizza”.
La Cisl, infine, è convinta che la cabina di regia, coordinata dalla Provincia, “possa trovare naturale evoluzione in un tavolo partecipato capace di individuare strumenti adeguati per affrontare tutti i problemi che si paleseranno nella fase successiva all’attuale emergenza sanitaria”.