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Attualità
Il ricordo

Scomparsa di Lucio Tomalino, l’Israt: «Il chimico paziente che aveva fiducia nei giovani»

Un commosso ricordo dell’Israt di Asti di Lucio Tomalino, ultimo presidente partigiano della rete degli Istituti della Resistenza italiani

 Riceviamo e pubblichiamo dall’Israt di Asti un commosso ricordo del suo presidente onorario Lucio Tomalino scomparso oggi all’età di 98 anni.

Ci ha lasciato anche lui, il nostro “Presidente”, forse l’ultimo partigiano delle nostre colline. Non siamo mai riusciti a dargli del “tu”: la sua storia imponeva un istintivo, affettuoso rispetto. E’ stato il Presidente dell’Istituto dal 1985 al 2016, quando lo ha sostituito Mauro Forno. L’Israt non poteva lasciarlo andare via senza conferirgli la carica di Presidente Onorario, per tutto quanto aveva fatto nel corso degli anni. La sua prudenza ed il suo punto di vista sempre contrassegnato da un saggio senso della misura, la sua salda fiducia nei confronti dei giovani che lavoravano per l’Israt sono stati per tutti noi un grande insegnamento di signorilità istituzionale. Lo facevano arrabbiare le ipocrisie e le false promesse ma poi trovava sempre una nuova soluzione. Gli faceva piacere spiegarci che essere chimico, avere alle spalle un metodo scientifico di analisi poteva rappresentare una carta vincente insieme alla “pazienza”, che rappresentava, alla fine di ogni chiacchierata, un suo intercalare inconfondibile.

Partigiano nella II^ Divisione Langhe, brigata Rocca d’Arazzo, con il nome di battaglia di “Vetta”, classe 1926, è stato arrestato dai fascisti ed incarcerato ad Asti nel gennaio del 1945 per essere poi liberato grazie a un cambio ostaggi alla vigilia della Liberazione. Era l’ultimo “Presidente” partigiano di tutta la rete degli istituti della Resistenza. A febbraio aveva celebrato il 75° anniversario del matrimonio con la sua Amelia, staffetta partigiana, anche lei dal sorriso inconfondibile, piena di affetto nei confronti di noi “ragazzi” cresciuti nell’Istituto della Resistenza. Ogni anno la telefonata per il suo compleanno e per il 25 aprile, insieme a quelle che faceva lui, a sorpresa, erano un modo per accorciare le distanze tra Asti e Chiavari, dove aveva scelto di abitare dal 2014.

Con la sua scomparsa hanno ancora più forza e vigore le parole di Beppe Fenoglio: E pensò che forse un partigiano sarebbe stato come lui ritto sull’ultima collina, guardando la città e pensando lo stesso di lui e della sua notizia, la sera del giorno della sua morte. Ecco l’importante: che ne restasse sempre uno.

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