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Un Guinness dei Primati che parla astigiano: quello del lancio del pallone sonda da Castello d’Annone

Ufficializzata l’assegnazione del record per la riproduzione dell’Apollo 11 che ha raggiunto quota 33.156 metri restituendo immagini straordinarie

Era già stato un bellissimo ed emozionante spettacolo ma da sabato è diventato un evento unico al mondo. Tanto da meritarsi un posto speciale nel Guinness dei Primati.

Parliamo del lancio del pallone sonda avvenuto dall’aviosuperficie di Castello d’Annone Deltaclub “I Corvi” il 13 luglio 2019, organizzato dal Turin Space Activity, “costola” della sezione piemontese dei Piloti Virtuali Italiani.

Un gruppo di persone fortemente appassionate di voli spaziali e di volo virtuale che ha voluto omaggiare in un modo molto singolare il 50.mo anniversario della missione Apollo 11 che portò l’uomo sulla Luna.

Venne ricostruita in scala una riproduzione fedele dell’Apollo 11, “abitata” dai modelli dei tre astronauti che passarono alla storia. La capsula era dotata di numerose apparecchiature di telemetria e di 4 telecamere ad alta definizione  per riprendere il suo viaggio nello spazio. Con tanto di autografo dell’astronauta italiano Paolo Nespoli.

Poi il lancio (e il countdown in dialetto astesano di Bruno Oldano) con la rapida ascensione della capsula portata in alto da un pallone gonfiato con migliaia di litri di elio. (qui il video del viaggio compiuto dalla sonda)

In pochi minuti non è stata più visibile da terra ed è iniziata quell’ora e mezza di apprensione nonostante la lettura dei dati telemetrici confermassero che stava andando tutto secondo le previsioni. Il pallone ha portato la sonda fino ai confini dello spazio, a quota 33.156 metri poi è esploso, facendo precipitare la riproduzione dell’Apollo 11 nel Mar Ligure, al largo di Chiavari dove alcuni appartenenti del Turin Space Activity stavano già pattugliando l’area per il recupero.

Appena ripescata la sonda, nell’hangar di Castello d’Annone trasformato per l’occasione nella sede di controllo missione guidata da Roberto Aliberti, è esplosa la gioia per la riuscita del lancio.

Passati un po’ di giorni, proprio ad Aliberti è stata sempre più chiara la straordinarietà di quanto fatto, soprattutto tenendo conto del fatto che per tutti loro si trattava di un hobby e il lancio è stato fatto contando solo sulle loro forze e le loro apparecchiature.

Ha così pensato di chiedere alla Commissione del Guiness dei Primati di verificare se altri al mondo, prima di loro, fossero riusciti in un’impresa simile.

«Sono serviti due anni di verifiche e ricerche – spiega Aliberti – per stabilire che eravamo stati i primi. Abbiamo inviato una montagna di documentazione attestante l’evento, dalle foto ai video, dai calcoli e report telemetrici alle testimonianze dirette di chi aveva partecipato all’impresa, ma alla fine, pochi giorni fa, è arrivata la conferma: siamo stati i primi al mondo ad inviare una riproduzione di sonda Apollo 11 ad oltre 33 mila metri di altitudine. E il primato è nostro».

Sabato scorso a Collegno, nella sede dei Piloti Virtuali di Torino, Aliberti ha dato ufficialmente la notizia a tutti i soci. In sala erano presenti anche Paolo Gallino, presidente dell’aviosuperficie di Annone, Enrico Tessitore, gestore ed istruttore e Luigi Marmo segretario. A loro è stato consegnato uno degli attestati rilasciati dal Guinness attestante la partecipazione al record. Oltre ad Aliberti, gli altri che lo hanno ricevuto sono stati Luca Molinari, progettista e costruttore della capsula, Riccardo Borelli e Andrea Buoso per il loro ruolo nella gestione delle radiocomunicazioni e telemetria dei dati, Renato Galter, programmatore informatico che ha gestito la grande mole di dati inviati a terra dalla riproduzione della Apollo 11, Marco Ambrosio e Gianluca Gianfaldoni dell’associazione CMT per la realizzazione dei modellini dei tre astronauti, Davide Magnano che ha guidato le operazioni  in mare della capsula al rientro e Paolo Gavone, l'”uomo rana” che l’ha materialmente recuperata mettendo in salvo tutti i dati e le immagini preziose che portava in corredo.

Ma a gioire di questo record mondiale è anche il nostro giornale. La Nuova Provincia, infatti, è stata media partner dell’evento e il materiale giornalistico (articoli, foto, video e notizie web) è entrato nel dossier presentato alla Commissione insieme alla testimonianza giurata della cronista che aveva seguito tutto l’evento, Daniela Peira.

E così il registro dei World Records ha riconosciuto anche alla Nuova Provincia la partecipazione al primato. Un inaspettato e originale regalo per i suoi 70 anni di notizie locali.

 

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