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Caravaggio e Briccarello-2
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Uniti si può all’attacco: «Caravaggio ad Asti, una mostra solo per ricchi»

Il costo del biglietto intero a 18 euro viene considerato eccessivo, anche più caro di molti altri prestigiosi musei che ospitano varie opere di Caravaggio

Riceviamo e pubblichiamo un intervento, a firma della consigliera comunale di Uniti si può Vittoria Briccarello, sul costo del biglietto per vedere la mostra a Palazzo Mazzetti nella quale è esposto il quadro “La canestra di frutta” di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio.

 

La modalità di pubblicizzazione dell’esposizione dell’opera “La canestra di frutta” di Michelangelo Merisi, il Caravaggio, segreti ed enigmi della natura morta, a Palazzo Mazzetti dal 25 Novembre al 7 Aprile 2024, è l’esempio di come ad Asti la cultura non esiste, esiste solo il turismo. Pubblicizzare un solo dipinto rendendolo indipendente e avulso, in ogni caso, dalle altre opere di contorno, non è il modo di dar valore né al dipinto né alla mostra. Abbiamo già avuto modo di esprimere molte riserve su questo metodo, tutto della Fondazione Asti Musei, di fare cultura. Paracadutare un dipinto su tela di proprietà della Pinacoteca Ambrosiana di Milano ad Asti (circa 10 euro di biglietto del treno), pensando di svelare “segreti ed enigmi della natura morta” è semplicistico oltre che velleitario, e rende Caravaggio un marchio commercializzabile e non il meraviglioso e rivoluzionario artista che è.

L’ennesimo modo per trattare gli astigiani da provinciali oltreché sprovveduti e sempliciotti. Ma se a questi ragionamenti si aggiunge il costo dell’accesso per la visita, la presa in giro è completa. Quando si è mai visto pagare un prezzo di ingresso a 18 euro, ridotto per le scuole con i laboratori a 14 euro, con ulteriori 8 euro per una visita guidata? La stessa ambrosiana prevede un biglietto di ingresso a 15 euro, e si tratta di una pinacoteca, non di una mostra temporanea. Come può la Fondazione pensare che sia normale far cultura ai ragazzi imponendo un biglietto simile? A quali famiglie pensa di rivolgersi? Come si può chiedere un simile impegno economico alle famiglie magari fragili di ragazzi delle scuole primarie? La Fondazione si sta rendendo conto che a questi prezzi inevitabilmente alcune classi dovranno rinunciare a visitare la mostra e che ciò crea un ampliamento della forbice sociale e culturale fin dalle primarie?

Pensiamo di poter affermare che Palazzo Mazzetti si proponga come struttura, definirlo Museo è eccessivo, i cui costi di ingresso risultano essere i più cari d’Italia. Forse il Presidente della stessa o chi per lui ha perso ormai ogni contatto con la realtà se ritiene che 18 euro per una mostra d’arte possa così essere alla portata di tutte e tutti. Tra l’altro è ben noto che “La canestra di frutta”, opera giovanile del Merisi, come ci dicono Longhi e, più indietro, Baglione, risulta essere stata replicata in molte copie dal pittore, o abbinata ad altri soggetti quali: “Il ragazzo con canestra di frutta” o “Il bacco”. Ovviamente le tante repliche, molte delle quali andate perse, nulla tolgono alla grandezza del quadro e del suo autore, ci si chiede semplicemente se il prezzo d’ingresso sia corretto soprattutto se paragonato con altri Musei italiani di valore mondiale.

Se si vuole infatti conoscere Caravaggio la Galleria Borghese di Roma offre l’entrata a 13 euro, e dalle 17,45 l’ultima entrata a 8 euro, i ridotti dai 18 ai 25 anni a 2 euro e per i minori l’ingresso è gratuito. A tali costi si devono sommare 2 euro di prenotazione obbligatoria in considerazione del grande flusso di visitatori.
Con i suddetti prezzi i visitatori potranno bearsi della visione di ben 6 opere del Merisi: “Il bachino malato”, “Il ragazzo con la canestra di frutta”, “San Girolamo scrivente”, “La Madonna dei Palafranieri”, “David con la testa di Golia”, “San Giovanni Battista”. Altre opere di Caravaggio sono esposte agli Uffizi di Firenze ove l’ingresso risulta essere di 13 euro e 3 euro il biglietto ridotto, agli Uffizi chi ama Michelangelo Merisi potrà vedere: “Bacco”, “la Medusa”, “Il sacrificio di Isacco” oltre ad un dipinto di incerta attribuzione a Caravaggio, ma di grandissimo realismo, quale “Il cavadenti”.
Ma ancora, a Milano alla Pinacoteca di Brera, altro Museo di valore internazionale, al prezzo intero di 15 euro, ridotto 10 euro si può vedere un’altra opera di Caravaggio: “La cena in Emmaus”.

Ma, al di là di Merisi, sempre a Milano, il costo di entrata al Museo del ‘900 è di 9,50 euro, ridotto 4,50 e a Palazzo Reale il biglietto costa 10 euro ridotto 6 euro, mentre a Torino i bambini delle primarie all’Egizio godono di ingresso a un euro, un ottimo modo per rendere la cultura fruibile e al tempo stesso far comprendere che è fonte di reddito e lavoro per i professionisti. Il biglietto di entrata ad Asti risulta essere una vera beffa per un autore che, nonostante la fama acquisita ancora vivente, risultava essere sempre squattrinato, sia per lo stile sfrenato e sregolato della sua vita sia, soprattutto, per le tante opere commissionate e rifiutate, quindi non pagate all’autore, poiché ritenute blasfeme o dissacranti per l’epoca, Caravaggio è sempre stato un artista di incredibile intelletto, sensibilità e bravura, ma al contempo era anche un artista povero, popolare, impetuoso e verace, ben lontano da quest’aurea snob che gli vuol venire ad oggi attribuita dalla Fondazione Asti Musei che ricordiamo essere una Fondazione bancaria ovvero piena di soldi.

C’è quindi da chiedersi: la Fondazione vuole arricchirsi sempre di più o ha fatto male i conti e ora cerca disperatamente di rientrarci con prezzi da capogiro? E soprattutto, quale valore in più sta portando la Fondazione al Comune di Asti a livello culturale se di fatto è ormai inaccessibile ai più? A pochi km da noi Cuneo apre la mostra “da Lotto a Tibaldi” con nove capolavori provenienti da Loreto, un allestimento scenografico riciclabile e un percorso espositivo coerente e ben comunicato anche attraverso mezzo stampa, in sintesi a Cuneo si fa cultura, il tutto a ingresso gratuito.
Ad Asti invece le mani di pochi noti non sono solo sulla città ma anche nei portafogli di cittadini, turisti e studenti.

Vittoria Briccarello – Gruppo Uniti si può

 

La replica della Fondazione AstiMusei

Telegrafica la replica della Fondazione Asti Musei per bocca del suo presidente, Mario Sacco: «Non abbiamo aumentato il biglietto, semplicemente abbiamo addizionato la visita della mostra a quella del Palazzo intero dovendo utilizzare anche il piano superiore».

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5 risposte

  1. Briccarello, ho visto alcuni comunisti spendere più di 100 euro per il biglietto di Juventus-Inter, cosa vuole che siano diciotto euro.

    1. Carissimo Ello Schleino, è stato informato che Caravaggio era un pittore e non un calciatore?
      E ancora, sa he il calcio, in mano multimiliardari, è una forma di “oppio dei popoli”?

  2. Quindi chi è astigiano e/o conosce già il palazzo deve pagare tale cifra pur interessato solo alla mostra. Io trovo che la risposta laconica sia unsufficiente.