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Cronaca
Il caso

Famiglia Ceste e questione Imu sulla casa dell’omicidio, il sindaco: “Abbiamo dichiarazione dei nonni che è seconda casa”

Nuova replica dell’amministrazione di Costigliole.

A colpi di comunicati stampa si dipana la vicenda Imu arretrata richiesta a genitori e figli di Elena sulla casa di Costigliole in cui si consumò l’omicidio.

Dopo il botta e risposta di ieri fra i legali della famiglia e quelli del Comune di Costigliole, arriva una nota dell’avvocato Venturini, difensore dell’amministrazione Costigliolese.
“E’ spiacevole ritornare sulla vicenda dell’IMU richiesta ai discendenti della povera Signora Elena Ceste per la casa ove risiedeva la famiglia, ma doveroso dopo aver letto  e l’ultima replica dei legali della famiglia Ceste.

Tutte le loro accuse e ricostruzioni sono smentite dal documento che, scoppiato il caso, gli Uffici  amministrativi del Comune hanno reperito e che spiega come si originò, nel 2015, il debito di IMU: un modulo intitolato “Tassa rifiuti – Dichiarazione di cessazione utenze domestiche” depositato in Comune spontaneamente dal nonno dei ragazzi il 22 ottobre 2015, nel quale comunica “di aver lasciato libero l’immobile”, e che sono cessate in quella data tutte le utenze domestiche. L’Ufficio finanziario del Comune non ha pertanto potuto far altro che determinare l’imposta comunale da tutti dovuta per gli immobili che non costituiscano abitazione principale. Un ente pubblico non può comportarsi diversamente, a meno di commettere un illecito, quand’anche fosse a conoscenza delle vicende umane che vi stanno dietro.

Con tutto ciò, l’attuale Amministrazione (che ha trovato già in bilancio i debiti oggi contestati e maturati negli anni precedenti) valuterà se esistano circostanze  che consentano legittimamente di alleggerire la posizione degli attuali proprietari, nel solco delle diverse iniziative già dalla stessa intraprese per aiutare la sfortunata famiglia”.

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