E’ lui che ha fatto ritrovare l’arma del delitto
Un uomo di 63 anni e l’amico di 50, entrambi di Nizza, sono i due arrestati per la morte violenta di Luciano Amoretti, l’ex gioielliere di Sanremo trovato morto vicino a casa.
Lentamente emergono i dettagli di una storia cruenta, che ha visto il 63enne partire da Nizza per andare forse a riscuotere un debito da Amoretti. E’ comunque legato ad una questione di soldi quello che si è consumato in un brevissimo lasso di tempo.
Ucciso a colpi di mazzetta
Mentre in un primo momento gli inquirenti, la Squadra Mobile di Imperia, aveva ipotizzato che ad uccidere Amoretti fosse stato un colpo inferto con un grosso e pesante vaso, alla confessione dei due nicesi catturati 24 ore dopo, è stato chiarito che ad uccidere Amoretti siano stati dei colpi inferti con una mazzetta da muratore.
E’ stato lo stesso 63enne ad indicare alla polizia dove andare a cercare: sulle sponde del Belbo, nel tratto in cui attraversa Nizza subito dopo il “ponte gobbo”. Lì, grazie anche all’aiuto di Vigili del Fuoco e volontari con il metal detector, è stato ritrovato stamattina il pesante martello e anche i frammenti di due telefoni cellulari che molto probabilmente appartengono ai due.
Rintracciati grazie alle telecamere
A loro i poliziotti sono risaliti grazie ad un avanzato sistema di videosorveglianza installato nella zona in cui si è consumato l’omicidio. Appena rintracciati i due hanno confessato. Sembra sia stato il 63enne a sferrare i colpi mortali su Amoretti mentre l’amico più giovane avrebbe rivestito un ruolo di “autista”.