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Cronaca
orecchio di venere

Violenza domestica: quando le vittime sono anziane

Un fenomeno misconosciuto perchè spesso le persone maltrattate non hanno voce nè autonomia per poter denunciare

Quando si parla di violenza domestica si pensa, a ragione, sempre alle donne e ai figli vessati da “padri padroni”, ma dentro le mura di casa sono sempre di più i casi di maltrattamenti fisici e psichici ai danni degli anziani.
Lo sanno bene all’Orecchio di Venere, il Centro Antiviolenza in seno alla Croce Rossa di Asti che, nell’ultimo anno, ha ricevuto anche segnalazioni di violenza nei confronti di anziani. Sia nelle loro abitazioni che in case di riposo.
Un fenomeno misconosciuto e fortemente sommerso perché spesso gli anziani, soprattutto se malati e non autosufficienti, non sono in grado di poter lanciare il loro grido di aiuto. E, se lo fanno, possono essere fraintesi e non creduti riconducendo tutto a “visioni” di una mente non più lucida a causa dell’età.
In questo anno di Covid, in cui la Croce Rossa di Asti ha attivato il progetto “Il tempo della gentilezza”, fra i vari servizi offerti ci sono state anche le consegne a domicilio di spesa e farmaci. «Nelle telefonate che arrivavano dagli anziani – spiega Elisa Chechile referente del Centro Antiviolenza ma anche del Tempo della Gentilezza – spesso vi era un forte desiderio di parlare con qualcuno e, in alcuni casi, abbiamo percepito che dietro al loro bisogno di ascolto c’era un caso di maltrattamento».
Diverse le casistiche dei maltrattamenti di anziani.
Una delle più diffuse è quella degli anziani che convivono con figli e nipoti. Non una scelta di affetto e di rispetto, come accadeva nella tradizione delle generazioni passate, ma una scelta forzata dall’impossibilità economica di pagare una badante o una retta della casa di riposo e, di contro, con la necessità di avere una casa in cui abitare (quella dell’anziano quasi sempre di proprietà) e un reddito, quello della pensione, a sostegno del magro bilancio familiare. Ma, in case piccole, la convivenza di tre generazioni con esigenze, orari e ritmi differenti (complicate nell’ultimo anno dallo smart working e dalla scuola a distanza) spesso sfocia in una insofferenza reciproca. L’anziano si sente un peso, un inciampo oppure si sente solo usato per finalità economiche e di qui sale la rabbia e il senso di impotenza che avvelenano la parte finale della sua vita. Senza contare i casi di maltrattamenti veri e propri. Che possono avvenire anche per mano delle badanti, come confermano dal Centro Antiviolenza, spesso unica assistenza alle persone anziane senza alcun controllo da parte dei parenti. «Gli anziani hanno scarsissime occasioni di denunciare i maltrattamenti – sottolinea Elisa Chechile – Quelli ancora parzialmente autonomi possono confidarsi con il medico, il farmacista, il parroco, ma gli altri e penso a quelli allettati, sono completamente soli. Per questo è importante che per loro possano eventualmente parlare vicini di casa o altre persone che in qualche modo vengono a conoscenza delle violenze per poterle denunciare». Il Centro Antiviolenza risponde al numero nazionale 1522 oppure a quello astigiano 366-92.87.198.

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