E’ stata inaugurata stamattina, a Palazzo Mazzetti, la mostra “I Macchiaioli. L’avventura dell’arte moderna”, che aprirà domani (venerdì) per rimanere visitabile fino al 1° maggio 2022.
A comporla oltre 80 opere, tra cui alcuni capolavori dell’arte dell’Ottocento italiano, tra dipinti celebri e opere meno note.
I commenti degli amministratori
Protagonisti del taglio del nastro Mario Sacco, presidente della Fondazione Asti Musei; il sindaco Maurizio Rasero; Tiziano Panconi, curatore della mostra; Jole Siena, presidente di Arthemisia, la società che ha organizzato l’esposizione.
“Oggi – ha sottolineato Sacco – è un giorno importante, perché ripartiamo con le grandi mostre, sul modello di “Chagall. Colore e magia” (2018) e “Monet e gli impressionisti in Normadia” (2019), che abbiamo dovuto interrompere a causa della pandemia. Ora riprendiamo con coraggio, effettuando questo importante investimento per l’arte, la cultura e, soprattutto l’economia, considerate le ricadute sul territiorio che eventi come questo garantiscono. Quella che inauguriamo oggi, infatti, è legata alle due precedenti per l’importanza che riveste a livello internazionale”.
D’accordo il sindaco Rasero: “Come amministratori – ha sottolineato – dobbiamo creare le occasioni per la crescita economica del territorio. Sta poi ai singoli sfruttarle oppure no. Il ritorno economico di eventi di questo tipo sulla città e sulla provincia, come hanno dimostrato le mostre precedenti, è oggettivo. Siamo profondamente convinti delle scelte fatte finora”.
Le parole del curatore
Da parte sua il curatore Panconi ha ricordato l’unicità delle opere in esposizione. “In questa mostra ogni opera ha una provenienza diversa ed è stata scelta tra collezionisti italiani e stranieri, quindi non visibile in altri musei. I dipinti presenti compongono quindi un percorso unico e organico che spiega la storia del movimento pittorico dei Macchiaioli da quando nasce fino al tramonto, ovvero dal 1856 fino al ‘900 inoltrato”.
Dal percorso espositivo emerge anche il clima sociale che fa da sfondo alla vicenda di questi artisti insieme ai temi, ai contenuti e ai personaggi di questo rivoluzionario movimento mosso dalla volontà di “abbandonare la pittura basata sui dogmi delle Accademie, che era diventata paludosa, per puntare su contenuti innovativi per l’epoca che vertono sulla potenza espressiva della luce”, ha sottolineato.
Le opere
Per fare qualche esempio, si possono ammirare opere quali “Mamma con bambino” (1866-67) di Silvestro Lega, “Tramonto ín Maremma” (1900-05) di Giovanni Fattori, “Bambino al sole” (1869) di Giuseppe De Nittis, accanto a “Alaide Bantì sulla panchina” (1870-75) di Cristiano Bantl, “Una visita al mio studio” (1872) di Odoardo Borrani e “Signore al pianoforte” (1869) di Giovanni Boldini. Visibili, quindi, anche opere a cavallo tra Ottocento e Novecento che raccontano come le conquiste formali e concettuali dei Macchiaioli furono recepite e sviluppate dalle successive generazioni di pittori.
La mostra
La mostra è composta da sei sezioni lungo un percorso espositivo che si snoda tra il piano terreno e i sotterranei di Palazzo Mazzetti, dove è stata allestita una video installazione che corre lungo le pareti delle sale dove appaiono paesaggi di fine Ottocento o scene delle guerre risorgimentali (natura e lotte risorgimentali sono due soggetti di questo movimento pittorico) accompagnati da musiche dell’epoca.
La mostra, realizzata dalla Fondazione Asti Musei – in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, la Regione Piemonte e il Comune di Asti – ha il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, è organizzata da Arthemisia, con la collaborazione del Museoarchives Giovanni Boldini Macchiaioli di Pistoia e vede come sponsor il Gruppo Cassa di Risparmio di Asti.
La mostra è visitabile dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19 (la biglietteria chiude un’ora prima). Lunedì chiuso. Per informazioni: http://www.museidiasti.it.