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Cultura e Spettacoli
Intervista

Irene Grandi: «Stewart Copeland, artista che sento affine»

La nota cantautrice è la protagonista di “The Witches Seed”, opera rock che sarà in scena il 25 maggio al Teatro Alfieri di Asti, con musiche del batterista dei Police e di Chrissie Hynde

«Un’opera originale, piena di ritmo, che unisce il rock alla lirica, con musiche eccezionali scritte da Stewart Copeland e Chrissie Hynde».
Così la nota cantautrice Irene Grandi definisce “The Witches Seed”, l’opera rock di cui è protagonista, il cui tour 2024 partirà sabato 25 maggio dal Teatro Alfieri.
Irene, in quale veste la vedremo?
Sono la strega Elisabetta, una donna che, per le sue idee controcorrente e la sua indipendenza, in un’epoca come il Medioevo, viene accusata di stregoneria insieme ad altre due donne. Nello specifico è una strega erborista: donna forte, coraggiosa, indipendente che combatte per la propria libertà. Con le due amiche accusate per lo stesso motivo cerca di vincere contro l’Inquisitore, rappresentato dal cantante lirico Ettore Agati, controtenore (così come le altre due co-protagoniste sono soprani). C’è, quindi, questo contrasto molto potente tra la mia voce rock, in una tonalità piuttosto grave, e la voce di Ettore Agati.
La musica dell’opera è firmata da artisti d’eccezione…
La musica, eccellente, è scritta da Stewart Copeland, mentre la parte rock è firmata da Chrissie Hynde. Due grandi artisti di cui sono ammiratrice.
Quanti brani canterà?
Cinque canzoni, che si affiancheranno a piccole parti recitate. Quindi la parte musicale che mi compete è corposa.

L’adesione al progetto

Per quali ragioni si è innamorata dal progetto?
Quando ho sentito il nome di Copeland mi sono “accesa”, perché sono sua ammiratrice da sempre. Infatti lo stimo sia come batterista sia come componente dei Police, gruppo di riferimento quando ero molto giovane e cantavo nei localini “So Lonely” e, più in generale, i brani suoi e di Sting. Con il tempo l’ho seguito nel suo cambiamento. Secondo me è stato molto coraggioso perché si è messo alla prova per dare voce alla sua espressione artistica anche come compositore, dopo che era diventato un grande nome della musica rock e un batterista di riferimento. Questo mi fa sentire meno sola nelle mie scelte, a volte anche un po’ controcorrente. Lo considero infatti un artista che mi è affine: per la sua libertà di espressione rinuncia, in parte, alla popolarità.
Oltre al suo coinvolgimento, un’altra ragione che mi ha avvicinato al progetto è la realtà della produzione italiana che l’ha ideato e realizzato, con il suo teatro molto particolare, ricavato dalla roccia, nella Valle Ossola, dove ha debuttato nel 2022 e dove torneremo quest’estate. Infine, mi piaceva l’idea di lavorare in un progetto corale dopo la fine della pandemia (il primo approccio risale al 2021) che coinvolge artisti di vari ambiti.
Sono diventata così parte di un grande progetto, molto impegnativo e di livello, in cui non sono più il “boss”, ma un “soldier”, un soldato di questo piccolo esercito dell’amore.
E poi c’è il tema dell’opera, ambientato nel passato ma attuale ancora oggi…
Sì. Protagoniste sono le “streghe”, donne con una loro piccola indipendenza, fuori dagli schemi, dotate di capacità poco collocabili della società dell’epoca, che quindi diventano il “capro espiatorio” di tutti i mali. Ciò che mi ha conquistata, a questo proposito, è che non sono solo vittime, ma anche combattenti, guerriere che cercano di uscire dalla difficile situazione in cui si trovano.
L’anno scorso ha dato vita al tour “Io sono in blues”, con tappa anche a Baldichieri, un tassello che si è aggiunto ad una carriera che spazia dal pop al rock, per arrivare a “The Witches Seed”.

La carriera

Si definisce eclettica o caratterizzata da un’anima prevalente?
Mi ritrovo bene nell’eclettismo. Mi piace sperimentare, mettermi alla prova per portare nuove esperienze nel mio lavoro. Ad esempio, da quando interpreto la strega Isabetta in “The Witches Seed” danzo di più anche nei miei concerti. Penso che ogni esperienza che ci fa uscire dalla “comfort zone” rappresenti un modo per crescere, trovare sempre più sfumature di sé ed esprimerle al pubblico. Insomma, in questo “cambiamento di pelle” mi trovo bene perché credo che la mia artisticità ne sia nutrita.
Nei prossimi mesi sarà impegnata anche con altri progetti?
Presto ci saranno grandissime novità. Purtroppo per ora sono “blindata” e non posso anticipare nulla, ma posso assicurare che si concretizzeranno nel corso del 2024.

Il ricordo di Asti

Lei è già venuta in passato ad Asti. Ha qualche ricordo legato alla nostra città?
Mi ricordo essenzialmente che si mangia bene.
Poi conosco Massimo Cotto, con cui recentemente ho preso parte ad interviste con musica dal palco insieme a Leo Di Dante, il mio chitarrista che riesce a riempire di suono solo con la sua chitarra.
Per terminare… Un invito agli Astigiani legato a “The Witches Seed”?
Non potete perdere un’opera che riprende quota dalla vostra città. E’ un musical originale, cosa rara in Italia, con il coinvolgimento di numerose maestranze. Un’opera piena di ritmo con le canzoni inedite di Chrissie Hynde, degne della bellissima tradizione inglese che la caratterizza. E poi è una festa delle donne, perché nel musical alla fine riescono ad avere la meglio, nel modo magico di cui solo le streghe (e le donne) sono capaci.

LA SCHEDA DELLO SPETTACOLO

“The witches seed” è un’opera rock prodotta dalla Fondazione Tones on the Stones, che l’ha commissionata per l’inaugurazione nel 2022 di Tones Teatro Natura, uno spazio ricavato nella roccia nella Valle Ossola. La versione del 2022 è diversa da quella che aprirà il tour da Asti, arricchita e adattata ad un teatro tradizionale.
L’opera è frutto della collaborazione creativa di cinque artisti: Stewart Copeland, batterista dei Police, che ha composto le musiche; la cantautrice Chrissie Hynde, leader dei Pretenders, che ha scritto le canzoni interpretate da Irene Grandi. Quindi il drammaturgo Jonathan Moore, regista e autore del libretto; Edvige Faini, che ha firmato le videoscenografie, e la coreografa Valentina Versino.
Per quanto riguarda gli artisti sul palco, il ruolo da protagonista è affidato ad Irene Grandi, affiancata dai soprani Maddalena Calderoni e Veronica Granatiero e dal controtenore Ettore Agati. Insieme a loro diversi cantanti lirici e un corpo di ballo di 16 danzatori.
“The Witches Seed” è una storia di persecuzioni e piani diabolici: tre donne vengono accusate di essere streghe e dovranno affrontare i pregiudizi di una città infestata dalla peste, riuscendo però ad evitare il peggio. Il testo è in inglese, ma sono garantiti i sovratitoli in italiano.
Biglietti: 50 euro platea, barcacce, palchi (45 euro ridotto), 38 euro loggione (35 euro ridotto), più diritti di prevendita. Le riduzioni sono riservate agli abbonati della stagione teatrale, agli ultra65enni e ai ragazzi sotto i 25 anni (sconsigliata la visione sotto i 16 anni).
Prevendite al Teatro Alfieri (0141/399057) e online su www.bigliettoveloce.it.

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