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Biagiodonte, il fossile antenato dell’elefante ritrovato 60 anni fa tra le vigne
Cultura e Spettacoli

Biagiodonte, il fossile antenato dell’elefante ritrovato 60 anni fa tra le vigne

Esattamente sessant'anni fa in frazione Roeto di Mombercelli, Antonio Fornaro, mentre faceva lavori di sbancamento di una vigna, incappava in un osso fossilizzato. Si rese subito conto

Esattamente sessant'anni fa in frazione Roeto di Mombercelli, Antonio Fornaro, mentre faceva lavori di sbancamento di una vigna, incappava in un osso fossilizzato. Si rese subito conto dell'originalità di quanto aveva davanti e, dopo aver avvertito il padre, si fece aiutare a scavare tutto intorno fino al rinvenimento di una grossa mandibola con enormi denti e lunghe zanne. Così venivano alla luce i primi reperti del mastodonte, un antenato dell'elefante, che hanno reso l'Astigiano famoso nel mondo per presenza di fossili di mammiferi di grandi dimensioni, siano essi cetacei o animali di terraferma.

I lavori di sbancamento arrivarono a seguito di una terribile ondata di peronospora che aveva invaso ettari di vigneti e costretto i coltivatori ad estirpare le piante infette per bonificare il terreno prima di rimettere a dimora barbatelle sane. In quegli anni furono numerosi i ritrovamenti di fossili, proprio a seguito di questi profondi sbancamenti dei terreni.
Ereditato dall'era in cui al posto delle colline c'era il mare, lo straordinario reperto, dopo l'incredulità del proprietario della vigna che lo aveva ritrovato, è stato segnalato al Museo delle Scienze Naturali di Torino i cui ricercatori sono giunti a Mombercelli per dissotterrarlo integralmente e catalogarlo.

Da allora del mastodonte, ribattezzato "Biagiodonte" in omaggio alla locale parrocchia di San Biagio, non si hanno più avuto notizie. Riposto in una cassa, il fossile è stato solo catalogato, ma non è stato fatto alcun intervento di restauro (necessario dicono al Museo Paleontologico di Asti) nè è stato mai esposto al pubblico. Ora, sull'onda del rientro della viglianottera, la balena fossile di Vigliano restituita dal Museo di Scienze a quello Paleontologico ospitato all'ex Michelerio, anche l'amministrazione di Mombercelli e lo staff del progetto "Le Colline del Mare" facente capo all'Ente Parchi sperano in un rientro del mastodonte.

«Purtroppo il reperto è piuttosto malridotto -spiega Gianfranco Miroglio referente per il progetto- e necessita di un restauro che costa intorno ai 12 mila euro. Però varrebbe la pena riaverlo ad Asti con l'obiettivo di risistermalo ed esporlo, ora che il Museo ha gli spazi per ospitarlo». Del mastodonte di Mombercelli esiste già un calco che consentirebbe di realizzare in poco tempo e con poca spesa una copia dei resti in resina. Un'operazione che il sindaco Gino Torchiano intende portare a termine nei prossimi mesi in modo da poterlo esporre per la fiera del tartufo alla terza domenica di ottobre. Sempre in attesa dell'originale.

Daniela Peira

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