«Io nasco sul palco, per cui il contatto con il pubblico è fondamentale. Mi dà gioia solo parlarne».
Sono le parole del’attrice e comica Debora Villa – nota al grande pubblico per programmi televisivi quali “Zelig” e “Camera Café” – che giovedì 31 marzo alle 21 sarà sul palco del Teatro Alfieri con lo spettacolo “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere” incentrato sulle dinamiche di coppia. E’ tratto dall’omonimo best seller dello psicologo americano John Gray, che per la prima volta sarà portato in scena da una donna (biglietti da 25 a 35 euro, disponibili alla cassa del teatro e online su https://www.ticketone.it/ e https://www.bigliettoveloce.it/).
L’abbiamo raggiunta telefonicamente per saperne di più.
Lo spettacolo
Con questo spettacolo porta in scena le dinamiche di coppia. Perché la scelta di basarsi sul volume di Gray?
Intanto perché è un terapista di coppia che ha trovato il modo di veicolare questo tema in modo leggero. E’ una persona profonda, un professionista molto competente, che però è in grado, secondo me, di unire la competenza alla leggerezza. Inoltre propone degli esempi, in cui tutti possono riconoscersi, per chiarire i modi differenti di pensare dei due sessi. Conoscendo il modo di ragionare del partner, sarà più facile evitare conflitti.
Quando ha cominciato a metterlo in scena?
Dalla Stagione teatrale 2018/2019, fermata bruscamente nel marzo 2020 a causa della pandemia, cui sono seguite ulteriori interruzioni successivamente. Basti pensare che in questi mesi ho portato a termine le date rimaste in sospeso da due anni. E’ comunque uno spettacolo che è piaciuto molto e che continua ad essere richiesto.
Come ha compenetrato contenuti e comicità in questo spettacolo?
Ho mantenuto le definizioni di Gray, i contenuti primari che forniscono il senso della realtà. Ad esempio, il fatto che l’uomo è sequenziale e la donna multitasking, oppure che l’uomo ha bisogno di apprezzamento e la donna di comprensione. E su questo ho costruito la mia comicità. Insomma, è uno spettacolo godibile e fruibile da tutti, in cui prendo in giro maschi e femmine.
L’interazione con il pubblico
Ha inserito anche qualche riferimento al lockdown causato dal Covid?
No, ho mantenuto la “griglia” originale del libro di Gray. Di lockdown, invece, parlo in un altro spettacolo che porterò in giro la prossima estate nei villaggi e nelle località di mare. Si intitola “Ho bisogno di uno psicologo”.
Ne “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere” sono presenti momenti di interazione con il pubblico?
Sì, il dialogo con il pubblico per me è fondamentale. Sono molti i momenti di interazione, come il “test”, assolutamente di stampo comico, che propongo alla platea.
C’è qualche aspetto delle dinamiche di coppia che ha scoperto grazie al libro di Gray?
Sì. L’effetto della distorsione che consegue all’atteggiamento molto diffuso di imporre il proprio modo di vedere le cose, colpevolizzando chi ha un approccio differente. E’ infatti fondamentale capirsi e ascoltarsi, dove ascoltare significa immedesimarsi nel mondo che l’altro ci sta raccontando.
La carriera
Lei è impegnata in televisione, al cinema e a teatro. In quale di questi ambiti si sente più realizzata?
Sicuramente nel teatro. Il contatto con il pubblico per me è fondamentale. Io nasco sul palco, come modello ho Paolo Rossi (anche se non mi occupo di satira politica), con cui ho lavorato e da cui ho appreso le tecniche dell’improvvisazione, l’approccio, il dialogo con il pubblico. Io dò tanto sul palco, ma gli spettatori non sanno quanto ricevo io da loro. Senza pubblico non riesco a stare.
Parliamo ora di progetti futuri…
Sono impegnata in televisione con “Stand up – Comici in prova” (in onda su Discovery + e Nove) e sto scrivendo due nuovi spettacoli. Il primo, che mi vede lavorare con gli autori Giovanna Donini e Andrea Midena, verterà sul mondo arcobaleno (comunità LGBT, ndr). L’altro, che sto scrivendo con Dario Baudini, sarà incentrato sulla storia dell’odio, in quanto penso che si debba ragionare su questo sentimento che è parte fondamentale della società.
Nessun libro all’orizzonte, dopo “Amo un bastardo (ma non è il mio cane)” e “Donne che corrono dietro ai lupi”?
Ci sto pensando, dato che è diversi anni che non scrivo. Chissà.