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La denuncia del consigliere: «Sui treni basta furbetti del biglietto»

Gentilissimo signor Direttore, 

da qualche mese, per motivi di lavoro, ho ripreso a viaggiare, come pendolare, nella tratta Asti-Torino. Ho quindi regolarmente acquistato il mio abbonamento annuo di ben 936,00 euro (novecentotrentasei). Da molto tempo, sollevo (si cerchino in rete mie precedenti lettere), la questione dei “furbetti del biglietto”, che in grandissimo numero viaggiano sulla Genova-Torino-Genova. Personalmente scelgo, quasi sempre, l’ultima carrozza (parlando il francese ne approfitto, vista l’utenza ivi presente). Detto vagone è oramai diventato off-line per i viaggiatori italiani e, purtroppo, anche per chi li dovrebbe controllare. Non ci credete? Salite su di un qualsiasi convoglio da Asti verso Torino, o da Torino diretto ad Alessandria o Genova, e vi accorgerete voi stessi della veridicità di quanto sopra evidenziato.

Qualcuno potrebbe spiegarmi il perché questo avviene da anni? Qualcuno potrebbe dirmi perché taluni deprecabili elementi, con pacchiani braccialetti ed anelli d’oro (ma veramente d’oro) e che forse si spostano pure per traffici probabilmente poco leciti, non debbano pagare il biglietto? Dovrei credere che gente che va a far spesa al mercato di Porta Palazzo per centinaia di euro, non abbia poi pochi spiccioli per il biglietto? E dovrei poi, anche credere che le prostitute che da Genova vengono a Torino e viceversa, con il loro buon incasso non possano permettersi l’acquisto del biglietto? E potete voi dirmi perché coloro che, ingannando il prossimo, vanno ad elemosinare (incasso medio mai meno di 50-60 euro giornaliero – documentatevi in rete) debbano viaggiare a sbaffo? A che titolo? E perché?

Stendiamo poi un velo pietoso sulle ascelle vaganti, sui piedi sopra i sedili, sull’arroganza e maleducazione di questa gentaglia o sulla musica ad alto volume… Spiace dirlo (e non venite a parlare di razzismo con il sottoscritto) che il 99,9% di questa pletora è di origini africana o è dell’est europeo. Tra l’altro, in questo modo, trasmettono “Urbi et orbi”, il chiaro messaggio: “Venite tutti qui, tanto l’Italia è la terra dove le regole non si rispettano e per di più i trasporti sono sempre gratuiti”, invogliando anche altri ad emulare tale squallido gesto. Chi me l’ha detto? Loro stessi!  Ma perché, nessuno, ma proprio nessuno, di quelli preposti a tali controlli, non interviene? Soluzioni? Ce ne sarebbero (si cerchino mie proposte già pubblicate). Infine, signor Direttore, prevedendo la probabile burocratica risposta da parte di Trenitalia, li invito già in premessa, di non venirmi a parlare di “protocolli da rispettare”.

Essi (è vero) esistono, ma si possono sempre cambiare (a costo zero), migliorare o metterli al passo coi tempi. Oltretutto, un semplice filtro alla partenza, comporterebbe un notevole introito economico per le stesse casse delle ferrovie e se non ci credete, controllate voi stessi, in quanti, arrivati sui binari di Porta Nuova, ed accortisi di un minimo controllo……corrono ad acquistare subito il biglietto con una velocità degna di partecipazione alle Olimpiadi. Saluti cordiali.

Giovanni Boccia Consigliere Comunale di Asti

Il direttore risponde:

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