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Palindrom, tutto astigiano il primo prototipo di velorail su gomma

Lo ha messo a punto Roberto Argenta. Può viaggiare sui binari inutilizzati per non perdere la memoria della ferrovia

In cerca di start up che lo produca

E’ un prototipo unico in Italia, pronto per il brevetto se ci fosse dietro qualche start up disposta a tasformarlo in un piccolo progetto di mobilità super sostenibile.
Si chiama Palindrom ed è l’esemplare unico di “velorail” italiano. Astigiano anzi, visto che ad idearlo è stato Roberto Argenta, neopensionato appassionato di sport all’aria aperta e di bicicletta.
Per velorail si intende un veicolo a pedali che può viaggiare sui binari della ferrovia e in altri Paesi europei è una modalità di spostamento sostenibile già ampiamente sviluppata e perfezionata. In Italia no. Ci sono stati sporadici tentativi di attivarlo ma sono falliti tutti.
Eppure, in questo momento in cui si fa tanto parlare di trasformazione di tratte ferroviarie in piste ciclabili, l’idea di Argenta entra a pieno titolo fra le alternative praticabili.
Il velorail consente di rivitalizzare tratte ferroviarie inutilizzate senza snaturarle e senza intervenire sulla loro struttura originaria. I binari restano dove sono e, semplicemente, invece di un treno ci passa sopra un quadriciclo alimentato dai muscoli dei pedalatori alla scoperta del territorio che sta intorno alla ex ferrovia. Nel momento in cui, in seguito a corsi e ricorsi della storia locale, dovesse ripresentarsi la necessità di riattivare il servizio ferroviario, non ci sarebbe bisogno di alcun lavoro di ripristino, sarebbe già tutto pronto. E nel frattempo la tratta viene manutenuta e presidiata.
«Era da un po’ che lavoravo ad un prototipo di velorail che superasse alcune criticità di quelli già in circolazione – racconta Argenta – e alla fine ci è voluto un anno per metterlo a punto. Ma sono soddisfatto del lavoro».

Il quadriciclo nella sua interezza

Per realizzarlo ha recuperato 4 bici gemelle, le ha tagliate a metà e ne ha saldato le parti posteriori. Poi ha realizzato un pianale che le unisce (alla rigorosa distanza di 1,45 cm che è la distanza fra le rotaie) e sopra vi ha piazzato due sedie a sdraio per i passeggeri. Palindrom è pensato per due pedalatori e due passeggeri.
E il suo nome non è stato scelto a caso: «Il primo problema che viene in mente a tutti è come si fa quando si incrociano due velorail che procedono in senso opposto su una tratta a binario unico – ragiona Roberto Argenta – La risposta è semplice: ci si scambia il quadriciclo e ognuno prosegue nella direzione di destinazione. Una volta arrivati alla “stazione”, per tornare indietro basta cambiare sellino e manubrio e il gioco è fatto». Ogni “lato” del velorail, infatti, è formato da due bici saldate che consentono di andare in direzioni opposte a seconda di dove ci si siede. E anche le due sdraio centrali girano su se stesse per cambiare direzione.

La rotella per evitare deragliamenti

Rispetto ai velorail in circolazione pesa di meno (circa 58 kg) ed avento le ruote gommate è molto più silenzioso e offre una maggiore ammortizzazione anche ai passeggeri.
L’evoluzione è quella di dotare Palindrom di ruote lenticolari per aumentarne la sicurezza di chi è a bordo, soprattutto se si tratta di bambini.
«Perchè Palindrom è un “trabiccolo” pensato per le famiglie e per passeggiate lente lungo un territorio che è pieno di attrazioni. Se si pensa alla tratta da corso Ivrea a Montechiaro e Cocconato vi si trovano fattorie didattiche, agriturismi, negozi di tipicità e poi le casegrotta di Mombarone e la chiesa romanica di San Nazario giusto per citare le attrazioni maggiori».
Ma se non ci si vuole buttare già in una tratta così lunga, si potrebbero realizzare due o tre Palindrom e testarli nel tratto di ferrovia dal Parco Lungoborbore al Cimitero di Asti, quasi come “giostrina alternativa” per bambini e famiglie. Un modo per divertirsi in modo originale all’aria aperta mantenendo la memoria della ferrovia.

Daniela Peira

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