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Attualità

“Fare”: piattaforma di idee per Asti

Lanciata dall’associazione Argonauti, mette a disposizione dei cittadini per proporre idee e suggerimenti da inserire in un piano strategico volto a stabilire quali siano gli obiettivi e le priorità, da qui a dieci anni

“Fare – Progetti per Asti” è la nuova piattaforma che l’associazione Argonauti mette a disposizione dei cittadini per proporre idee e suggerimenti da inserire in un piano strategico volto a stabilire quali siano gli obiettivi e le priorità, da qui a dieci anni, indispensabili per rilanciare l’economia e il nome di Asti a livello internazionale.
Un galletto stilizzato è il simbolo della piattaforma, non legata a partiti politici, ma aperta a tutti i contributi e, soprattutto, ad un confronto di competenze. Specialmente quelle che, in passato, la città non ha saputo esprimere al meglio.

Competenza e voglia di fare, come più volte emerso durante la presentazione dell’iniziativa, sono infatti due strumenti di cui Asti ha bisogno «senza fermarsi al colore della casacca politica di chi propone qualcosa, ma valutando se l’idea suggerita possa essere fattibile e utile alla città».
Durante la presentazione della piattaforma, avvenuta sabato alla Caffetteria Mazzetti, erano presenti Corrado Griffa, Mario Mortara e Gianni Bosso, argonauti con alle spalle percorsi politici diversi e la voglia di “fare” qualcosa dandosi delle priorità. Ad ascoltare i tre promotori di “Fare” anche il candidato sindaco Angela Quaglia che ha condiviso, senza intervenire, l’iniziativa di promuovere progetti di ampio respiro per uscire dall’attuale situazione di stallo, soprattutto economico. Ma quali? «Asti deve cambiare registro, – commenta Mortara – è immobile da dieci anni e l’andamento economico lo testimonia. Occorre sviluppare una strategia di lungo respiro e non procedere più a piccole cose».

Per Bosso l’idea più logica è dotarsi di un piano strategico come già avvenuto in molte altre città. «Il 16 giugno del 2014 Brignolo presentò l’idea di un piano simile – ricorda – Poi, però, non si sa che fine abbia fatto e se qualcuno ci stia lavorando». Come dire, il tempo passa e il lusso di non scegliere non possiamo più permettercelo. Per gli argonauti, scegliere significa avere idee chiare e condivise: basta finanziamenti a pioggia che non portano nulla, sì a progetti su vino e cultura, purché gestiti da chi sappia farlo. Il turismo, poi, può essere una carta strategica (dopo aver creato le condizioni per una città accogliente, quindi più pedonale, con meno auto in centro dove non serve il buco in piazza Alfieri, ma un parcheggio in verticale «ad esempio – spiegano – nell’edificio più nuovo dell’ex ospedale»).

Ma attenzione a non creare falsi miti: «In Piemonte meno del 5% degli occupati lavora nel campo del turismo – precisa Griffa – e di questo parleremo in una serata aperta a tutti, il 14 giugno, alle 20.30, nell’ex sala consiliare del Comune». Relatori sul tema “Turismo, oro nero del Piemonte?” saranno Maria Elena Rossi, Docente Universitaria e Direttrice generale di Sviluppo Turismo Piemonte Srl, Cesare Emanuel, Magnifico Rettore dell’Università del Piemonte Orientale e Lucia Barbarino, vice presidente ATL di Asti e provincia.

Riccardo Santagati

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