Molte idee e anche un po confuse. Pare essere questo ladagio che accompagna la vicenda delle linee ferroviarie periferiche che attraversano il sud Piemonte, nella fattispecie la
Molte idee e anche un po confuse. Pare essere questo ladagio che accompagna la vicenda delle linee ferroviarie periferiche che attraversano il sud Piemonte, nella fattispecie la Alessandria-Cavallermaggiore e Alba-Asti che molti amministratori vorrebbero trasformate in piste ciclabili. Giovedì scorso, ad Alba, lassessore regionale ai trasporti Francesco Balocco ha incontrato i sindaci di Cuneese e Astigiano, i rappresentanti della Provincia di Asti e delle associazioni di consumatori: tema, la riapertura delle due tratte con un treno-Unesco che, partendo da Torino, tocchi Asti attraversando le colline Patrimonio dellUmanità da Castagnole, Canelli e Nizza Monferrato. Ridda di voci e proposte che hanno convinto i sindaci di Canelli, Marco Gabusi anche nella sua veste di vicepresidente della Provincia, Fabio Carosso di Coazzolo nella sua veste di consigliere provinciale con delega specifica ai trasporti, Giuseppe Ugonia di Calosso e Luigino Icardi di Santo Stefano Belbo a prendere posizione sullintricato e spinoso argomento.
Al centro la «vicenda treno-pista ciclabile, per la quale nessuno si deve sentire autorizzato a parlare a nome di tutte le amministrazioni locali su una tematica in cui le posizioni sono piuttosto variegate». Che lo spettro di vedute sia ampio è chiaro da tempo: ununica strada ferrata che non riesce più ad unire e collegare gli intenti.
«Proprio questi differenti punti di vista dicono Gabusi, Carosso, Ugonia e Icardi – ci portano ad esprimere la nostra, opinabile ma legittima, perplessità in merito alla linea che ha deciso di intraprendere la Regione Piemonte. Non ci si può infatti presentare come se questo fosse lanno zero, ovvero come se la circolazione sulla tratta fosse sospesa da qualche mese».
I treni non fischiano più «da anni sui 50 chilometri della Asti-Neive-Nizza che, pur essendo tecnicamente utilizzabile, non viene riaperta, a differenza della tratta Neive-Alba su cui sussiste uneffettiva criticità tecnica nella galleria Ghersi» dicono i quattro sindaci dissidenti. Chiedendosi il perché della chiusura se, «come si legge sul comunicato incalzano – "i treni erano frequentatissimi"». Una risposta ci sarebbe, e la forniscono gli stessi amministratori. «Ci risulta che non ci fosse più la sostenibilità economica quanto a rapporto costo/utente». I costi, o il rapporto spesa-beneficio, sarebbero alla base della cancellazione della littorina cara a Cesare Pavese. La proposta non sarebbe, dunque, così peregrina considerata «la condizione di incertezza, o meglio, di certezza che la ferrovia avrà poco futuro, mentre il progetto pista ciclabile assume una rilevanza straordinaria e non percorrerlo sarebbe unoccasione persa» è il pensiero dei quattro sindaci.
Posizione ben diversa da quanto emerso nellincontro di Alba, dove lidea di trasformare i binari in percorso pedonale e ciclistico pareva essere definitivamente escluso, trasferendo bikers e runner lungo il Tanaro. Nulla di più sbagliato. Secondo Marco Gabusi, Fabio Carosso, Giuseppe Ugonia e Luigino Icardi «la pista ciclabile deve percorrere le Valli Belbo e Tinella, cuore del sito Unesco, e non costeggiare a poche decine di metri la Asti-Alba nella Valle Tanaro. Ognuno rimarrà della propria idea, ma a volte sarebbe più opportuno lasciare la strada (ferrata) vecchia per imboccarne una nuova, ricordando a tutti noi che oggi stiamo difendendo uninfrastruttura inutilizzata e non un servizio per i cittadini».
Giovanni Vassallo