Tra Monferrato e Liguria a scoprire un dolce caratteristico
Gli amaretti possono essere duri o morbidi, decisamente amari o poco amari. Le differenze di consistenza e di sapore dipendono dalla ricetta regionale che si adotta. A contendersi l’origine di questi biscotti sono due regioni: il Piemonte e la Liguria. La tradizione piemontese vuole che il quantitativo di mandorle amare sia leggermente superiore alla metà del quantitativo di mandorle dolci. Molte le ricette per farli in casa, ma noi suggeriamo di organizzare una bella gita e andarli ad acquistare nei laboratori artigianali. Dove? Non abbiamo dubbi, a Mombaruzzo, ad Acqui Terme o al Sassello.
Amaretti di Mombaruzzo
Si narra che i prelibati Amaretti di Mombaruzzo videro per la prima volta la luce grazie ad un economo di casa Savoia nel corso del XVIII secolo. Il suo nome era Francesco Moriondo e pare che all’epoca dello svolgimento delle sue mansioni a corte, si innamorò di una giovane di origine siciliana, anch’ella di servizio presso la casa reale come pasticcera. La specialità della fanciulla era un dolce a base di mandorle del quale portò la ricetta a Mombaruzzo quando la coppia, lasciata casa Savoia, si stabilì nel paese piemontese dove aprì un piccolo laboratorio di pasticceria. Qui biscotti alla mandorla vennero perfezionati e la loro ricetta si arricchì dell’aggiunta delle armelline che donavano una nuova caratteristica al prodotto.
La ricetta venne presa da altri pasticceri
I nuovi Amaretti, ben presto, attirarono l’attenzione di altri pasticceri che iniziarono a loro volta a produrli trasformandoli in una vera tipicità locale. Gli amaretti di Mombaruzzo sono deliziosi biscotti preparati con prodotti semplici e genuini. Il loro impasto, che non prevede l’utilizzo di farina, è realizzato con soli albumi, mandorle, zucchero e armelline che si estraggono dai noccioli delle albicocche e che permettono di ottenere quel piacevole sentore amaro che contraddistingue la ricetta.
I riconoscimenti ottenuti
La prova del successo di questi biscotti nel corso del tempo sono i numerosi riconoscimenti ottenuti durante prestigiose manifestazioni gastronomiche. I gustosi biscotti di Mombaruzzo vennero, infatti, premiati con la medaglia d’oro alle esposizioni di Napoli nel 1882, di Milano e Torino nel 1884 e di Roma nel 1895. Grazie all’assenza di farina nella ricetta gli Amaretti di Mombaruzzo possono essere consumati anche da chi soffre di intolleranze al frumento.
Amaretti di Acqui Terme
E gli Amaretti morbidi di Acqui Terme? Simili a quelli di Mombruzzo, ma con l’utilizzo di sole mandorle dolci e/o amare e lo zucchero. Le mandorle vengono poi unite con una parte di albume alla raffinatrice, utilizzando l’impastatrice viene aggiunto il rimanente albume montato a neve. L’impasto viene spezzettato, lavorato a mano e cotto, dove assumerà la classica forma dell’amaretto. Una volta raffreddato viene avviluppato a caramella nelle cartine, dove manterrà intatto la fragranza e la morbidezza. Il segreto dell’“Amaretto di Acqui”, oltre all’utilizzo di eccellenti materie prime, è la sapiente lavorazione del maestro pasticcere che, dosando con equilibrio le mandorle con lo zucchero, crea quel gradevole sapore dolce amaro. Il metodo di produzione dell’“Amaretto di Acqui” negli anni non è variato, sempre senza utilizzare conservanti o additivi.
Amaretti del Sassello
Scendendo ancora verso la Liguria ecco gli Amaretti del Sassello che devono il nome al comune del savonese di origine. Nonostante i mandorli siano alberi da frutto conosciuti e piantati in Europea fin dal Medioevo, la produzione di Amaretti di Sassello ebbe inizio solo nell’800. Molti contadini delle zone erano soliti piantare i mandorli per raccoglierne i frutti, ma soprattutto per abbellire i propri poderi. L’abbondanza di mandorle spinse così i produttori di Sassello a creare dei prodotti dolci di pasticceria a base di mandorle, e il successo riscontrato è certificato dall’attuale successo di questo biscotto.
Abbinamento con il Moscato
Da abbinare con un vino raro e prezioso, dal colore quasi oro, con un bouquet di incredibile intensità e aromaticità, si percepiscono facilmente sensazioni fruttato dolci, in particolare di albicocca matura e di miele, il sapore è di grande vellutatezza, equilibrio e persistenza. Di cosa parliamo? Del Moscato Passito di Strevi.