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Marco Demaria
Attualità
Intervista

Demaria (Azione Asti): «Confronto aperto, ma prima di tutto spazio ai giovani»

Dopo la corsa elettorale l’ex candidato a sindaco spiega i prossimi passi del partito e rilancia l’importanza di far crescere le nuove generazioni

Archiviata l’avventura elettorale di Asti, al termine della quale ha ottenuto 403 preferenze personali come candidato a sindaco, Marco Demaria, che non ha superato la soglia di voti necessari a entrare in Consiglio (ha ottenuto 403 voti di preferenza come candidato a sindaco), spiega quali saranno i prossimi progetti che lo vedranno impegnato insieme ad Azione.

Come interpreta il dato elettorale (348 voti, l’1,21% dei votanti) della lista di Azione, Più Europa e Volt?

Considerate le forze che avevamo, una campagna elettorale velocissima e zero fondi a disposizione abbiamo comunque ottenuto un risultato significativo. Nel nostro gruppo ci sono poche risorse umane, ma ottime sotto il profilo della preparazione e della voglia di fare. Mi ha però stupito la polarizzazione che c’è stata tra centrosinistra e centrodestra che in totale hanno incassato il 94% dei voti. Tutte le altre forze in gioco si sono dovute suddividere il 6% delle preferenze e questo di certo non giova a un ricambio nel Consiglio comunale o alla presenza di sostanziali novità politiche.

Diciamo che in altre città il terzo polo è stato più determinante.

Sì, Asti ha una certa difficoltà a indirizzarsi verso nuovi orizzonti politici mentre in altre realtà possiamo affermare che il terzo polo sia stato determinante nei ballottaggi. Però c’è anche da evidenziare l’astensionismo al voto che riguarda quasi il 50% degli elettori di Asti: il 12 giugno circa 30.000 persone hanno preferito fare altro anziché andare a votare quindi la vittoria del sindaco mi pare non così rappresentativa. Quando questo avviene, possiamo definirla una vittoria di Pirro. Comunque spiace che tutti noi non siamo riusciti a portare alle urne un maggior numero di persone.

Qual è il futuro di Azione Asti? Continuerà a svolgere un’attività politica sul territorio?

Azione, Più Europa e Volt ci sono ancora e un nutrito gruppo di candidati della mia lista è parte del progetto. Tra questi molti giovani, con bellissime professionalità, che intendiamo valorizzare anche in vista di alcune iniziative annunciate dal sindaco Rasero, a cominciare dagli Stati Generali della Cultura o nel confronto per il dossier della candidatura di Asti a Capitale Italiana della Cultura 2025. Il gruppo di lavoro c’è ed è un aspetto fondamentale per il futuro.

Margherita Ruffino, che è stata candidata a sindaco per Il Popolo della Famiglia, le ha contestato il fatto di dichiararsi cattolico e praticante, ma di stare insieme a Più Europa che è a favore dell’utero in affitto, dell’aborto e dell’eutanasia. Per non parlare dei matrimonio tra persone dello stesso sesso. Si sente meno cattolico per questo?

Non ho pretese di essere migliore o peggiore di chi ha altri orientamenti sessuali o politici diversi dai miei. Un partito e la fede sono due temi molto diversi e, tanto per citare Papa Francesco, che forse per Ruffino non è abbastanza cattolico, “chi sono io per poter giudicare o indicare la via a due persone che si vogliono bene?”. Sono per uno Stato laico e non posso affermare che la mia visione sia l’unica giusta. In realtà mi chiedo se sia stato un atteggiamento umile quello di Ruffino di candidarsi a sindaco, senza neanche essere di Asti, senza conoscere, come lei stessa ha ammesso in più occasioni, molte realtà che ne fanno parte. È umiltà o superbia? Più che altro mi preoccupa che più di 90 persone possano averla votata.

Porterà avanti, con i referenti locali di Azione, il progetto di un terzo polo astigiano?

Ora ci siamo strutturati e vogliamo continuare a proporre momenti di confronto e di politica partecipata su temi locali e non, invitando ad Asti figure di spicco, politiche e tecniche. Il dialogo è aperto con tutti sebbene ritengo che si debba partire da questioni inderogabili da cui possono nascere accordi di programma.

Un terzo polo allargato, ma fino a un certo punto?

Ci sono due visioni: o si punta ad un risultato veloce in termini di numeri, e allora imbarchi chiunque, oppure, come ritengo voglia fare Azione, bisogna guardare nel lungo periodo, puntare sui giovani ed evitare i “vecchi arnesi della politica”. Azione Asti intende lavorare a stretto contatto con i giovani e dare loro la possibilità di essere protagonisti. Il nostro coordinatore cittadino, Federico Lucia, è un esempio di questo modo di guardare al futuro.

Eppure sono soprattutto i giovani, che lamentano infinite mancanze alla politica, a non crederci nella loro partecipazione preferendo stare alla larga. Un controsenso?

Se ti riempi la bocca con la parola “giovani”, ma poi non li coinvolgi nei progetti limitandoti a chiedere loro di attaccare i manifesti o distribuire volantini è ovvio che si allontanano preferendo fare altro. Il giovane non porta 300 tessere, ma l’entusiasmo e per un partito politico, a cominciare da Azione, rappresenta il vero sale e un contatto diretto con la società. Per quanto mi riguarda i giovani sono fondamentali nel progetto di Azione.

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