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Attualità

Polo logistico a San Paolo Solbrito, la Regione raffredda gli entusiasmi

Carosso spiega in consiglio che se ne parlò già agli inizi di agosto in un incontro in videoconferenza ma che la Regione deve bilanciare bene l’opportunità di nuovi posti con la tutela del suolo

Risposta all’interrogazione di Valle

La Regione puntualizza la sua posizione sul progetto del nuovo polo logistico di San Paolo Solbrito e frena gli entusiasmi di chi lo caldeggia.

Lo spiega il vicepresidente e assessore all’Urbanistica regionale Fabio Carosso durante il consiglio regionale di ieri in risposta all’interrogazione del consigliere Daniele Valle che aveva fatto emergere la vicenda.

Parliamo di un progetto per la realizzazione del polo di logistica di una multinazionale del cibo surgelato su una superficie di circa 130 mila metri quadri attualmente agricola e coltivata. Un progetto che ha già fatto litigare il sindaco di San Paolo, Luca Panetta, favorevole all’insediamento con il primo cittadino del confinante comune di Dusino in cui abitano i proprietari dei terreni che non ne vogliono sapere di vendere.

Dalla risposta di Carosso, intanto, viene fuori che già all’inizio di agosto circolava l’idea del progetto.

«I nostri tecnici – ha spiegato Carosso – hanno trattato del tema una sola volta, il 3 agosto scorso, nel corso di un incontro telematico organizzato dalla Provincia di Asti, su istanza del Comune di San Paolo Sobrito, al quale non era presente nessun rappresentante della Ruscalla Renato Spa. Nell’ambito della riunione, la Provincia e gli enti locali partecipanti hanno chiarito come la scelta di costruire questo nuovo polo su terreni agricoli e non su terreni produttivi o già compromessi sia da ricondurre a motivazioni connesse con la prossimità di attività industriali già presenti, alla facilità di accesso alle principali autostrade, alla presenza di uno scalo ferroviario e alla consistenza del bacino per il reclutamento del personale».

Ma, ha poi specificato, la Regione Piemonte non ha avuto alcuna interlocuzione con la Società Ruscalla Renato spa (che per ammissione del sindaco Panetta è quella che si è fatta avanti per acquistare i terreni per conto della multinazionale), né è in corso di valutazione da parte degli uffici regionali una variante di destinazione d’uso destinata allo scopo presentato nell’ipotesi di progetto.

L’incontro di agosto «E’ consistito  solo in un’illustrazione di un progetto, su cui i funzionari regionali hanno peraltro espresso cautela, perché un impegno di suolo così impegnativo deve essere adeguatamente motivato, oltre al fatto che occorre verificare se l’intervento non possa essere realizzato su aree libere già compromesse ed in caso negativo adottare idonei strumenti di compensazione per la perdita di terreno vergine. Qualsiasi variante, infine, dovrà essere sottoposta alla normativa della Vas, per verificarne la sostenibilità ambientale».

La posizione di Carosso e della Regione emerge nella parte finale della risposta all’interrogazione di Valle: «Guardiamo senza dubbio con favore a un’iniziativa imprenditoriale che miri a creare occupazione in una zona come quella astigiana, duramente colpita dalla crisi economica, ma occorre trovare la soluzione migliore per bilanciare l’esigenza di creare nuovi posti di lavoro con la tutela del nostro territorio».

Daniela Peira

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