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Attualità

Il pulmino di Cinzia si ferma per i tagli
"Ho bisogno di cure, già disdette 3 visite"

Una decina di persone al giorno, per tutto dicembre, devono fare a meno di rivolgersi al servizio del Faro per il trasporto in ospedale o ad una visita medica. E’ l’effetto della "spending review" sulla Provincia. Con questo caso inauguriamo la nuova rubrica del nostro giornale, “Lo sportello del Lettore”, al quale è possibile rivolgersi quando il cittadino non riesce da solo a far valere le proprie ragioni

Cinzia è invalida al 100%, costretta ormai in modo permanente su una sedia a rotelle dopo un terribile incidente stradale di dodici anni fa in seguito al quale le venne amputata la gamba destra e quella sinistra riportò lesioni gravissime. Vive a Tigliole, in una casa isolata, non guida l’auto e non ha nessuno in grado di poterla portare alle visite considerato che può viaggiare solo su mezzi attrezzati con sollevatori e abbastanza ampi per accogliere anche la sedia a rotelle.
Dal 2006 e fino a lunedì della scorsa settimana aveva trovato nella cooperativa Il Faro la sua soluzione per il trasporto in ospedale o a visite specialistiche. Ma dal 4 dicembre, al centralino della cooperativa al quale l’efficientissima Sara risponde per organizzare i turni, la risposta è sempre la stessa: «Con i tagli imposti dalla Provincia dobbiamo sospendere il servizio fino a fine dicembre».

«Io ho già dovuto disdire tre visite importanti -ci racconta Cinzia Allegranza che ha chiesto l’aiuto dello sportello del lettore– ho bisogno di seguire una costante terapia antalgica per i dolori alla schiena eppure ho dovuto rinunciarci perchè non so come raggiungere l’ospedale e non sappiamo quando sarà possibile riprendere la normalità di quello che per noi, con difficoltà a muoverci, è un servizio di primaria necessità». La Allegranza non ha che complimenti per il servizio del Faro. «Telefono uno o due giorni prima della visita e prenoto il viaggio -racconta- a casa, all’ora prestabilita arriva il pulmino con l’autista che mi aiuta a salire sopra e a sistemarmi e poi mi porta direttamente a destinazione dove mi aiuta a scendere e a trovare la strada per l’ambulatorio o lo studio medico in cui mi devo recare». Finito tutto, un’altra telefonata e nel giro di mezz’ora arriva il pulmino per il ritorno a casa.

Un servizio per persone anziane o anche meno anziane che non riescono a muoversi e a spostarsi da sole, in auto o a piedi, temporaneamente o permanentemente. Con un’autocertificazione l’utente fa richiesta del servizio e per ogni andata e ritorno versa una tariffa di 3,40 euro; il resto lo metteva la Provincia di Asti.
«Non si può fare a meno di questo servizio -prosegue la Allegranza- perchè le persone che sono sole, non hanno figli nè altri famigliari disposti ad occuparsi di loro e non hanno i mezzi economici per provvedere ad un’assistenza o hanno figli che vivono lontani, sono così costretti all’isolamento, a rinunciare al sacrosanto diritto alle cure e alla salute solo perchè non riescono a raggiungere l’ospedale e i medici».

Per la donna di Tigliole, attiva e indipendente fino al tragico incidente avvenuto a Villafranca (un’auto ha sbandato e l’ha travolta contro il muro) il servizio del Faro rappresenta anche un modo per spostarsi autonomamente senza dover richiedere l’aiuto della madre ultra80enne che guida ancora l’auto ma non è assolutamente in grado di aiutare la figlia a passare dalla sedia a rotelle ai sedili e viceversa.
«Qui passano pochissimi autobus di linea e quei pochi non hanno le attrezzature per accogliere a bordo le persone in sedia a rotelle -prosegue la Allegranza- non parliamo poi dei treni, off limit per i disabili e comunque troppo lontani e scomodi per arrivare poi all’ospedale».

Piero, Giovanni, Matteo, Giuseppe sono i nomi degli autisti che ogni giorno si occupano di portare da casa all’ospedale e ritorno le persone che non riescono più a camminare: «Sono straordinari, gentili, disponibili, professionali, competenti e dotati di una grandissima umanità» dice la Allegranza. Aggiungendo che, anche a nome di molti altri utenti da lei contattati, pur di veder mantenuto il servizio sarebbero disposti ad accettare un piccolo aumento della quota a loro carico.
«Nessuno mette in dubbio la necessità di fare tagli e di ottimizzare le spese pubbliche, ma non sulla pelle delle categorie già più deboli e svantaggiate. Questo non è accettabile» conclude Cinzia Allegranza.

Daniela Peira

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