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Festival delle Sagre di Asti: «Vi spiego come eliminare le code»

A bocce ferme e dopo tante polemiche seguite all’edizione di due settimane fa, arriva la proposta di un ex direttore Gardaland

Dopo tante polemiche in loco, sui social, nei palazzi della politica, a bocce ferme e animi più sereni, arriva una proposta articolata su come si potrebbero evitare o almeno ridurre sensibilmente le code al Festival delle Sagre.
A presentarla è Paolo Viarengo, di Castello d’Annone. “Gioca in casa” e prima di dare i suoi consigli in qualità di esperto della materia, tiene a sottolineare il suo attaccamento a questa manifestazione di cui è stato giovanissimo volontario alla fine degli anni Settanta con la Pro loco annonese.
Viarengo, nella sua poliedrica carriera, è stato per quasi 15 anni direttore Marketing e Comunicazione a Gardaland. «Il tema delle code mi è ben noto, lavoravo in un contesto che ospitava ogni anno 3 milioni di persone con punte di 47 mila utenti al giorno». Per Viarengo sarebbe più facile invece gestire il flusso al “ristorante” del Festival delle sagre, che è aperto solo due giorni e può essere dimensionato per volumi massimi di utenza. «Già nell’ottobre del 2018 avevo proposto ai vertici della Camera di Commercio di Asti, all’epoca organizzatore unico dell’evento, una soluzione che avrebbe consentito di migliorare notevolmente la fruizione della clientela» dice Viarengo. Ma i suoi suggerimenti non vennero presi in considerazione.
«Intanto bisogna partire con la prenotazione online che va trattata come fosse un servizio di e-commerce. Questa soluzione avrebbe il vantaggio di ridurre sensibilmente le code alle casse migliorando l’esperienza di chi viene alle Sagre e l’efficienza delle Pro loco».
Le “ordinazioni” verrebbero gestite come se fossero ticket per concerti. Con l’acquisto e il pagamento online, il cliente ottiene un Qrcode personale che attesta la prenotazione. «Alle Pro loco basterebbe dotarsi di un palmare dedicato o anche solo di uno smartphone per “leggere” il Qrcode presentato dai clienti e “spuntare” i piatti mano a mano che vengono ritirati. Se questo mette in crisi i cassieri delle casette meno avvezzi alla tecnologia digitale – prosegue Viarengo – si può pensare ad un punto di accesso unico in piazza dove avviene la lettura del Qrcode con immediata stampa di tagliandi cartacei da presentare alle casette. Le modalità possono essere diverse, da studiare con gli organizzatori».
Le prenotazioni digitali, spiega ancora Viarengo, hanno tantissimi vantaggi. Il primo, come detto, è quello di eliminare la coda alle casse. Il secondo è un messaggio importante di proiezione nel futuro di una manifestazione molto amata ma anche altrettanto statica.

Inoltre, le vendite online, consentono una “profilazione” dei clienti che vanno a costituire un database dal quale attingere per attività di comunicazione durante l’intero anno. Tipo invitare tutti alle varie feste di paese organizzate dalle Pro loco del Festival. Per le Pro loco, significa poi avere più certezza sui piatti da preparare e l’incasso certo e anticipato. Anche in caso di maltempo, se si aggiunge la clausola, ormai presente ovunque, del fatto che non sia previsto rimborso.
«Una prenotazione online abbinata a corsie preferenziali per questo tipo di clienti quando si tratta di ritirare il piatto – prosegue ancora Viarengo – diventa anche un ottimo servizio per i tour operator e le agenzie di viaggio che volessero vendere pacchetti turistici per il week end delle Sagre, dando così anche una spinta al volano del turismo». Ma come fa questo sistema ad eliminare le code agli stand di acqua e vino?
«Perchè non ci sarà più bisogno di esternalizzare questo servizio per fare cassa» risponde Viarengo.

E spiega: «Se alla prenotazione online si applica una diritto di prevendita, previsto per ogni tipo di servizio di questo genere, si utilizzano questi incassi per far quadrare i conti. Un esempio? Quest’anno sono state distribuite circa 150 mila porzioni. Ipotizzando tre piatti a testa, parliamo di circa 50 mila utenti. Ebbene, se tutti prenotassero on line e venisse applicato il diritto di prevendita di 2 euro a transazione, si formerebbe un “tesoretto” di circa 100 mila euro».

Che, per inciso, è già molto di più di quanto offerto da chi si è aggiudicato quest’anno il servizio di distribuzione di acqua e vino.
E il bicchiere di vino e la bottiglietta d’acqua continuerebbero ad essere distribuiti alle casette. «Per sopravvivere il Festival delle Sagre dovrà piegarsi all’innovazione».

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